Appalti

Nuovo codice, i Comuni chiedono più tempo per la qualificazione delle stazioni appaltanti

In audizione alla Camera anche le Regioni: bene il nuovo appalto integrato, ma le imprese siano responsabili di errori in fase di progettazione

di Mauro Salerno

Più tempo per far partire il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. È la richiesta centrale avanzata dall'associazione dei Comuni italiani (Anci) ascoltata dalla commissione Ambiente della Camera sullo schema del nuovo codice appalti. Per l'associazione, rappresentata dal sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, oltre a una proroga rispetto all'entrata in vigore prevista al primo aprile, servono anche una serie di correttivi utili a rimettere in gioco i comuni capoluogo e per semplificare le procedure di collegamento con le centrali di committenza per tutti gli altri enti. In audizione, oggi, ascoltate anche le Regioni che hanno promosso la semplificazione delle fasi progettuali ma hanno chiesto norme più stringenti per rendere le imprese responsabili di eventuali errori di progettazione in caso di appalto integrato (l'affidamento congiunto di progetto e cantiere).

Anci: più tempo qualificare e Pa e revisione prezzi più semplice
Dal punto di vista dei Comuni il passaggio chiave del nuovo codice è l'obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti. «Giusto professionalizzare - ha rimarcato il sindaco Galimberti - ma dobbiamo garantire l'operatività dei Comuni» da cui passa gran parte della spesa per gli investimenti, e non solo per quelli legati al Pnrr. Questo ha spiegato Galimberti è un tema «on-off» per non fermare il motore degli appalti. Di qui la richiesta di «un tempo opportuno», dunque «di una proroga» per l'entrata in vigore dei meccanismi di qualificazione che nel frattempo andrebbero anche modificati. In che modo? Due le richieste dell'Anci. Primo: permettere ai Comuni capoluogo di risultare «qualificati per diritto, così come accade per le province e le città metropolitane». Secondo: alleggerire la procedura di chiamata in causa delle centrali di committenza da parte degli enti non qualificati (articolo 62, comma 10 della bozza di nuovo codice). « Ora è previsto che un ente debba chiedere a tre centrali di committenza e in caso tutte rifiutino entra in campo l'Anac. È una procedura troppo complicata - ha sottolineato Galimberti - soprattutto in una fase come questa di carenza di centrali di committenza. Chiediamo che venga semplificata con la richiesta a una sola centrale e gestione diretta del Comune in caso di silenzio».

Obiezioni sono arrivate anche sul meccanismo di revisione prezzi. Anche questo considerato troppo farraginoso. «C'è il rischio concreto - ha concluso Galimberti - di non rendere per nulla tempestivo il recupero dell'aumento improvviso dei prezzi».

Regioni: ok appalto integrato con responsabilità alle imprese
Una valutazione generale positiva con la richiesta di regole più precise sull'appalto integrato è arrivata dall'assessore della regione Campania Fulvio Bonavitacola in rappresentanza della Conferenza delle Regioni. «La scelta di arrivare a una semplificazione su due fasi dei progetti è utile e positiva - ha sottolineato Bonavitacola -. Così come la soluzione favorevole all'uso dell'appalto integrato anche sul progetto tecnico di fattibilità che deve essere regolato stabilendo al monte regole precise. L'operatore deve assumersi la responsabilità di quello che propone e deve sapere che tutto ciò che si renderà necessario per perfezionare la progettazione sulla base della sua proposta iniziale non può gravare sul quadro economico e non può comportare aumenti di spesa».

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