Urbanistica

Cessione dei crediti, sul tavolo più tempo per gestire la nuova stretta

Sostegni ter, gli intermediari chiedono una finestra temporale fino a tutto febbraio

Per gestire la nuova stretta sulla cessione dei crediti gli intermediari chiedono una finestra temporale più larga. Almeno tutto il mese di febbraio. Il lavoro di messa punto del nuovo decreto approvato venerdì scorso, ma ancora da definire in più parti tanto sui ristori quanto sul caro energia, fa traballare quel termine del 7 febbraio prossimo indicato dal governo per disciplinare la piena operatività del blocco delle cessioni multiple dei bonus edilizi e di quelli Covid.

La bozza entrata in Consiglio dei ministri prevede infatti che i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati precedentemente oggetto di una cessione o di uno sconto in fattura, e dunque per i quali non si è ancora perfezionata la cessione, possono essere oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Ma proprio da questi ultimi è arrivata sul tavolo dei tecnici di Palazzo Chigi e del Mef la richiesta di arrivare almeno a fine febbraio proprio per evitare stravolgimenti in corso delle regole con conseguenze negative in termini di liquidità per tutta la filiera, dai cittadini che avviano gli interventi di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza degli edifici alle imprese in termini soprattutto di riduzione di liquidità; fino agli stessi intermediari i quali, soprattutto quelli più piccoli, potrebbero trovarsi di fronte a problemi di capienza nell’acquistare e gestire i crediti d’imposta.

Dopo i Cinque stelle, la Lega e Forza Italia, anche il Pd chiede al Governo di rivedere la nuova stretta e annuncia, con la presidente della commissione Attività produttive della Camera Martina Nardi, l’intenzione di cambiare la norma in Parlamento. Per la Nardi il decreto confluito nella legge di bilancio è «sufficiente» a combattere le frodi. Frodi che, dice ancora la Nardi, «indicano che ci sono e vanno contrastate». Ma questa ulteriore stretta secondo l’esponente Dem «rischia di minare il buon funzionamento dei bonus», aggiungendo che «non si possono cambiare le norme ogni mese, così si vanificano gli effetti positivi sull’economia».

Nel lungo lavoro di messa a punto del nuovo decreto è finito nel mirino dei tecnici anche l’aiuto a fondo perduto riconosciuto alle attività di catering, cerimonie, banchetti, feste e piscine. Gli aiuti riconosciuti alle attività chiuse dall’inizio della quarta ondata, nella bozza indicati in 40 milioni, saranno gestiti dalle Entrate e saranno distribuiti in relazione alle domande pervenute. Il contributo a fondo perduto sarà riconosciuto in relazione all’attività prevalente e sulla base di una contrazione dei ricavi del 40% rispetto a quelli del 2019. Mentre per le strat up viene precisato rispetto alla bozza entrata a Chigi che il calcolo dell’aiuto dovrà prendere in considerazione la media mensile del fatturato.

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