Amministratori

Automonia, se ne occupi una Bicamerale ad hoc

La proposta della Fondazione Mezzogiorno e dell’Unione industriali di Napoli che vogliono entrare nel dibattito

di Vera Viola

Affidare il tema della autonomia differenziata al Parlamento, la sede propria, tramite una specifica Commissione bicamerale. L’obiettivo da perseguire è costruire un’Italia competitiva e solidale. Si sintetizza così la proposta che la Fondazione Mezzogiorno e l’Unione industriali di Napoli hanno avanzato dopo il via libera all’autonomia differenziata da parte del Consiglio dei Ministri.

Gli imprenditori meridionali, insomma, vogliono entrare nel dibattito e proporre nuove soluzioni.

«Fermiamoci, finché siamo in tempo, e recuperiamo lucidità», invoca la Fondazione Mezzogiorno in un incontro che si è tenuto all’Unione di Napoli, a cui hanno partecipato esperti a vario titolo come Marcello Pera ex presidente del Senato, Giuseppe Pisauro, ordinario di Scienza delle Finanze alla Sapienza di Roma, Massimo Bordignon, direttore Dipartimento Economia e Finanza dell’Università Cattolica di Milano; Sandro Staiano, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza della Federico II di Napoli e presidente dell’Associazione italiana dei Costituzionalisti. Per Fondazione Mezzogiorno, che riunisce numerose imprese meridionali, è necessario un approccio complessivo su come rinnovare il funzionamento dello Stato, e non andare avanti con la sola riforma delle autonomie. «È pericoloso intervenire sul regionalismo, addirittura differenziato – dice Antonio D’Amato, presidente di Fondazione Mezzogiorno – Fermi tutti. Lo diciamo da Sud perché è nel Mezzogiorno d'Italia che in misura più netta si avvertono le crisi che attraversano il Paese. Lo diciamo da Sud non per inseguire egoismi territoriali, bensì consapevoli con ciò di fare l'interesse economico anche delle regioni più forti e più ricche del Nord».

«L’ipotesi di riforma in campo rischia di allargare il gap del Sud col resto del Paese e dell'Europa – dice Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Unione industriali di Napoli –Non si possono istituzionalizzare tante Italie diverse, bisogna impegnarsi per ridurre le distanze. Anche per il Pnrr non si può pensare una nuova forma di emigrazione, quella dei capitali. Se i sistemi territoriali non sono in grado di fare la loro parte, il Governo ha il dovere di centralizzare la gestione delle risorse, attuando un vero processo di partenariato pubblico-privato».

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