Appalti

Ponte Genova/2. Il governo cambia il decreto: fuori solo Aspi, rientrano i big

di Alessandro Arona

Gli emendamenti depositati dal Governo all'articolo 1 del decreto legge Genova (la ricostruzione) accolgono i suggerimenti del commissario-sindaco Marco Bucci e ignorano invece quelli del presidente della Liguria Giovanni Toti e dell'Anac Raffaele Cantone. Viene dunque fatta chiarezza sull'accesso alle aree interessate, obbligando Autostrade per l'Italia a consegnare le tratte autostradali connesse ai lavori; vengono riammesse agli affidamenti tutte le imprese, anche con partecipazioni o controllate da concessionarie autostradali, escludendo invece solo Aspi e le sue controllate; viene fatta chiarezza sugli indennizzi ai proprietari di case da demolire, stabilendo l'entità degli stessi e il fatto che sia Autostrade a pagare; si consente infine a Bucci di selezionare per la sua strutture non solo dipendenti pubblici ma anche 5 esperti esterni. Respinto totalmente il suggerimento di Toti di riammettere Autostrade con "risarcimento in forma specifica", e respinto anche l'allarme di Cantone sulla indeterminatezza delle deroghe a tutte le leggi, affidata al commissario, che secondo il presidente dell'Anac potrebbe essere foriera di ricorsi su ogni atto di Bucci: nessuna modifica su questo punto.

Gli emendamenti depositati sono in tutto 636 e lunedì le commissioni Ambiente e Trasporti ne valuteranno l'ammissibilità. Le votazioni in commissione cominceranno martedì 16, in aula è calendarizzato dal 22 ottobre, con votazioni dal 23. La legge di conversione deve andare poi in Senato, per essere approvata entro il 27 novembre (pena la decadenza del Dl).

Ecco le principali novità all'articolo 1 del decreto, se l'emendamento del governo sarà approvato.

IMPRESE ESCLUSE: il testo originario impediva al commissario di affidare gli appalti per la ricostruzione del ponte e della viabilità connessa non solo ad Autostrade e alle sue imprese controllate (Spea e Pavimental), ma anche alle altre imprese controllate o con partecipazioni in società che gestiscono strade a pedaggio (sarebbero state escluse quasi tutte le grandi imprese di costruzione italiane o attive in Italia). Ora resta solo l'esclusione al Gruppo Aspi, le altre rientrano in pista.

LA SQUADRA DEL COMMISSARIO: accontentando il commissario Bucci, che chiedeva la possibilità di selezionare nella sua squadra di 20 pesone (più due sub-commissari) anche persone prese al di fuori della pubblica amministrazione: potrà nominare fino a un massimo di 5 «esperti o consulenti».

RESTA DEROGA ILLIMITATA: immutato il comma 5 che assegna al commisario la possibilità di operare «in deroga a ogni disposizione di legge extrapenale». «È una norma senza precedenti - aveva ammonito Cantone - «consente di non applicare il Codice appalti, il Codice ambientale, le norme sulla sicurezza sul lavoro, le norme (amministrative) sulla prevenzione antimafia. Per vitare ricorsi e incertezza su ogni atto del commissario dobbiamo stabilire nella legge, con chiarezza, le deroghe». L'appello di Cantone non ha lasciato traccia nell'emendamento del governo.

COSTI INDENNIZZI A CARICO DI ASPI: come chiesto da Bucci, il nuovo comma 6 e l'articolo 1-bis chiariscono che sono a circo di Autostrade anche gli indennizzi ai proprietari delle case da demolire, oneri che rientrano in quelli che Aspi deve pagare al commissario entro 30 giorni dalle richieste.

DUEMILA EURO A METRO QUADRO e «PRIS»: l'articolo 1-bis stabilisce che i proprietari di case da demolire, e che stipulino un atto di cessione volontaria del bene con il commissario, hanno diritto (entro 30 giorni dalla trascrizione degli atti) a un'indennità pari a 2.205,50 euro al metro quadrato (circa il 35% superfiore ai prezzi di mercato in quella zona di Genova), più l'indennizzo forfettario di 45mila euro a unità abitativa previsto dalla legge regionale sui Pris (legge Liguria 3 dicembre 2007, n. 39), e altri 36mila euro ad abitazione per «indennità di improvviso sgombero». Ad esempio, per un appartamento di 70 mq si ha diritto a un indennizzo immediato di 222mila euro.

A7/A10 AL COMMISSARIO: l'articolo 1-ter affida al commissario il compito di individuare i tratti autostradali A7 e A10 «funzionalmente connessi al viadotto Polcevera» «il cui esercizio risulta interferito dalla realizzazione degli interventi di ricostruzione», e tali tratte devono essere «immediatamente consegnate dal concessionario al commissario». Era stato Bucci a porre questo problema («Come facciamo a entrare in possesso delle tratte interessate, visto che il concessionario è ancora Aspi?»).

MESSA IN SICUREZZA: sempre l'articolo 1-ter, con norma di carattere generale, stabilisce che tutte le concessionarie autostradali devono provvedere, «con carattere di priorità rispetto ad ogni altro intervento programmato», a intreprendere e concludere entro 12 mesi le «attività di verifica e messa in sicurezza di tutte le infrastrutture in concessione, in particolare ponti, viadotti e cavalcavia». Questi interventi non dovranno avere alcun impatto sui piani finanziari (e dunque: nessun aumento tariffario), e le società dovranno imporre misure di sicurezza (chiusure o limitazioni al traffico) per ragioni di pubblica utilità e sicurezza».

AUMENTANO I COSTI PER INTERESSE: se Autostrade non paga subito per la ricostruzione, secondo le stime di costo stabilite dal commissario, lo stesso Bucci può farsi anticipare i soldi dalle banche, con garanzia statale pari ai 360 milioni di euro di copertura messi in bilancio. Tutto resta uguale al testo originario del decreto, ma vista la salita dello spread sui titoli di Stato - come fatto notare dallo stesso Bucci - il tasso Bce più 3% inizialmente indicato rischiava di non bastare, dunque l'emendamento del governo stabilisce un tasso da corrispondere alle banche (più alto) pari ai buoni del tesoro italiani decennali più l'1,5%.

L'emendamento del governo all'articolo 1

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