Appalti

Ponte di Messina, si riparte dall'appalto a Eurolink: progetto esecutivo entro luglio 2024

Oggi in Cdm il decreto legge che recupera la Società dello Stretto e il piano da 8,5 miliardi approvato nel 2011 (da aggiornare)

di Mauro Salerno

Riparte per la quinta volta, a oltre 54 anni dal primo concorso di idee del 1968, il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. A rimettere in pista la sfida di realizzare un collegamento stabile, autostradale e ferroviario, tra Calabria e Sicilia è un decreto legge pronto per essere esaminato dal Consiglio dei ministri oggi pomeriggio. Un «grandissimo lavoro di squadra» lo definisce il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. «In pochi mesi sono stati recuperati dieci anni di vuoto. Contiamo di approvare il progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024 e poi partire coi lavori», spiega. Per Salvini il Ponte sarà «il più green e innovativo del mondo» e consentirà «un enorme risparmio di tempo e di soldi» a chi lo userà. Punto di vista su cui si cominciano già a intravedere le obiezioni degli oppositori.

In sette articoli la bozza di decreto riparte dal lavoro cancellato dal governo Monti nel 2012, quando la porola d'ordine era austerità. E l'appalto del Ponte di Messina, già assegnato al consorzio Eurolink guidato da Impregilo (oggi Webuild) in qualità di general contracor e a Parsons Transportation («project management consultant»), veniva azzerato. La società Stretto di Messina, allora posta in liquidazione, ora viene rimessa in pista in qualità di concessionaria prendendo le vesti di società in house controllata dal ministero dell'Economia. La Spa avrà un Cda formato da cinque membri, di cui due designati dal Mef d'intesa con il Mit destinati a ricoprire la carica di presidente e amministratore delegato. Gli altri tre componenti saranno designati dalla regione Calabria, dalla Regione Sicilia e da Anas e Rfi (un solo componente per le due società del gruppo Fs). L'amministratore delegato sarà espressamente escluso dall'applicazione del tetto di 240mila euro di remunerazione per i manager pubblici.

Diversi i punti fermi indicati nel decreto per far ripartire la macchina del Ponte. C'è già una «milestone»: l'approvazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio del 2024. Per arrivarci si ripartirà dal progetto definitivo approvato il 29 luglio del 2011 dall'allora società concessionaria. Dunque addio all'ipotesi di soluzioni alternative ipotizzate dall'ex ministro Enrico Govannini.

Altro punto fermo è che non ci saranno nuovi appalti, al massimo atti aggiuntivi rispetto ai contratti già siglati nel 2006 all'esito delle gare del 2004. La bozza di decreto punta sul ripristino dei contratti cancellati con il consorzio Eurolink e con Parsons in qualità di project manager dell'opera a partire dalla data di approvazione del progetto definitivo. Unica eccezione riguarderà l'attività di monitoraggio ambientale in corso d'opera, per la quale il decreto chiama in campo Sogesid, società in house del ministero dell'Ambiente e del Mit.

Si rimane dunque sul progetto a campata unica di 12 anni fa, con una relazione da parte del progettista attestante la sua rispondenza al progetto preliminare. La relazione dovrà inoltre indicare tutta una serie di misure per adeguare e aggiornare l'opera in termini di sicurezza, norme tecniche e evoluzione tecnologica. Il decreto prevede anche un meccanismo di aggiornamento dei prezzi, rispetto al costo di 8,5 miliardi cristallizato dal progetto del 2011. Facile immaginare che si tratterà di un impegno destinato a lievitare.

Il decreto non dimentica di disegnare una corsia preferenziale per le approvazioni, con procedure speciali per la conferenza di servizi e la valutazione di impatto ambientale limitata agli aspetti non valutati o giudicati negativamente nell'iter del progetto definitivo. A decidere sul progetto definitivo aggiornato sarà il Cipess, a maggioranza. E l'approvazione sostituirà ogni altra autorizzazione, approvazione o parere. Il progetto esecutivo sarà invece approvato dal Cda della Società dello Stretto. Per sbloccare eventuali intoppi ci sarà poi anche la carta del commissario straordinario. La bozza di decreto lascia al MIt di Salvini la possibilità di proporre «al Presidente del Consiglio dei Ministri la nomina di un commissario straordinario qualora ne ravvisi la necessità».

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