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Al via le domande per andare in pensione con quota 103

Per l'accesso anticipato necessari almeno 62 anni di età e 41 di contributi

di Matteo Prioschi

È possibile presentare domanda per la pensione anticipata flessibile, cioè quota 103. Lo ha comunicato Inps con il messaggio 754/2023. I canali a disposizione per l’invio delle richieste sono il call center e il sito internet dell’istituto di previdenza, previo accesso tramite Spid, carta di identità elettronica o carta nazionale dei servizi oppure i patronati.

Il via libera alle domande non è stato contestuale alla pubblicazione della circolare dell’Istituto che recepisce le disposizioni normative e di solito contiene utili chiarimenti, che avverrà prossimamente. Quindi, almeno per i requisiti e le regole principali, si deve fare riferimento a quanto disposto dalla legge di Bilancio 2023 (la 197/2023, articolo 1, commi 283-284).

Quota 103 è accessibile a chi, entro quest’anno, matura almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi da parte degli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle forme esclusive e sostitutive della stessa o alla gestione separata gestite dall’Inps, purché non si sia già titolari di un trattamento pensionistico a carico di una di esse. Il requisito contributivo può essere raggiunto anche cumulando i periodi contributivi non coincidenti versati nelle gestioni previdenziali indicate.

La decorrenza della pensione non è immediata, ma soggetta all’applicazione di un periodo variabile di dilazione (finestra): chi ha già maturato i requisiti nel 2022 avrà la pensione con decorrenza dal prossimo 1° aprile o dal 1° agosto se dipendente pubblico; chi matura i requisiti quest’anno ha una finestra di tre mesi se del comparto privato e di sei mesi se del pubblico (e comunque non prima di agosto); chi lavora nel comparto scuola e Afam deve presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio per accedere alla pensione all’inizio del prossimo anno scolastico o accademico.

A differenza di quota 100 e 102, l’importo mensile lordo della pensione non può essere superiore a cinque volte il trattamento minimo. Quindi, chi dovesse aver diritto a un assegno più consistente se lo vedrà decurtare fino al raggiungimento del requisito anagrafico richiesto per il pensionamento di vecchiaia, che, almeno fino al 2026, dovrebbe rimanere pari a 67 anni.

Sempre fino a tale traguardo, quota 103 non è cumulabile con i redditi da lavoro autonomo e dipendente. Unica eccezione è costituita dal reddito da lavoro autonomo occasionale fino a 5mila euro lordi all’anno. In analogia con quanto già previsto per quota 100 e 102, in caso di superamento di tale limite la pensione quota 103 dovrebbe essere sospesa per l’anno in cui si è sforato e le mensilità già erogate dovrebbero essere recuperate dall’Inps.

Oltre alla circolare dell’istituto di previdenza, si attende il decreto ministeriale che deve attuare l’esonero contributivo alternativo all’accesso a quota 103. Infatti la legge di Bilancio 2023, ai dipendenti che maturano i requisiti per la pensione anticipata flessibile, ma continuano a lavorare, consente di scegliere di non versare la loro quota di contributi previdenziali relativi a invalidità, vecchiaia e superstiti. In tale ipotesi il relativo importo viene corrisposto al lavoratore, che ottiene una busta paga netta più alta.

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