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Spiagge, via libera alle gare ma regole solo fra sei mesi

Sì in Cdm: un emendamento al Ddl concorrenza salva le concessioni fino a tutto il 2023

di Carmine Fotina e Gianni Trovati

Le gare per le nuove concessioni balneari si faranno. Anche i partiti di maggioranza da sempre più ostili alla direttiva Bolkestein applicata a questo settore, Lega e Forza Italia, si piegano. Ma la battaglia sul testo in consiglio dei ministri è serrata, e alla fine trasforma in una delega da adottare entro sei mesi l’introduzione delle regole sulle gare.

Il frutto del lavoro accelerato negli ultimi giorni da Palazzo Chigi e mediato oggi in un consiglio dei ministri sospeso a metà seduta per l’esame del testo è quindi un provvedimento duplice. Il primo articolo, con norma ordinaria, che confluirà come emendamento al disegno di legge per la concorrenza, recepisce la sentenza del Consiglio di Stato e salva le concessioni attuali fino al 2023 (o alla data successiva prevista dalla gara nei pochi casi in cui l’assegnazione sia già avvenuta per quella via). Il secondo è appunto una delega a parte che dà l’incarico al governo per scrivere le regole concorrenziali e concordarle in Conferenza Unificata con gli enti territoriali, informati delle novità in un incontro che ha preceduto il consiglio dei ministri con Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Maria Stella Gelmini (Affari regionali) e Roberto Garofoli (sottosegretario alla presidenza).

La bozza prevede una serie di tutele per gli attuali concessionari, comunque non sufficienti a evitare ieri le proteste delle associazioni dei balneari. Il nuovo regime di fatto partirà dal 1° gennaio 2024 con gare da organizzare entro l’inizio del 2023. L’emendamento prevede che le attuali concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per attività turistico-ricreative restino in piedi fino a tutto il 2023 se in essere per rinnovi o proroghe disposte dalla norma Centinaio del 2018. Questo le metterà al riparo da azioni della magistratura. Non solo, ci sarà un rinnovo automatico al 31 dicembre 2023 per quelle che hanno una scadenza anteriore, se affidate con precedenti gare.

La delega al governo da esercitare in sei mesi servirà a definire le nuove gare, oltre alla disciplina di concessioni per la nautica di diporto. Una volta ottenute, comunque, le concessioni non avranno una durata predefinita ma una validità non superiore al tempo necessario a garantire ammortamento ed equa remunerazione degli investimenti autorizzati. Ma ci sarà il divieto di proroghe o rinnovi automatici. Dovrà esserci un adeguato equilibrio tra aree in concessione e aree libere, con garanzia di varchi gratuiti per la battigia. Punteggi adeguati considereranno una serie di fattori tra i quali investimenti, qualità e condizioni del servizio (quindi anche il prezzo), valore aziendale dell’impresa, sicurezza dei lavoratori, protezione dell’ambiente e potranno essere previsti piccoli lotti per favorire micro Pmi e terzo settore.

Poi c’è tutto il capitolo che in qualche modo dovrebbe limitare il malcontento dei concessionari uscenti. Potranno ovviamente partecipare alle gare, sapendo che sarà considerata l’esperienza tecnica e professionale già acquisita nel ramo e il fatto che, nei cinque anni precedenti la gara, hanno utilizzato la concessione come prevalente fonte di reddito per sé o il proprio nucleo familiare. Saranno previsti criteri per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posti a carico del subentrante, per il mancato ammortamento degli investimenti. E ancora: la delega definirà clausole sociali per promuovere la stabilità occupazionale, la definizione di criteri per la quantificazione di canoni annui congrui (anche con una quota da destinare a interventi a difesa delle coste e delle spiagge libere), un numero massimo di concessioni di cui può essere titolare uno stesso concessionario.

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