Fisco e contabilità

Cipess, la svolta sostenibile della Pa

di Celestina Dominelli

Il fine è il seguente: a partire dai prossimi mesi, sotto l’impulso di Palazzo Chigi, i progetti e i piani di investimento pubblici dovranno essere orientati alla sostenibilità e, a tal fine, dovranno rispondere a parametri puntuali e misurabili lungo l’intero percorso di elaborazione, realizzazione e messa a terra. L’indicazione è contenuta nella direttiva firmata dal premier Mario Draghi e rivolta a tutte le amministrazioni pubbliche con cui si traduce in concreto il cambio di passo dettato dal decreto 111 del 2019 che ha disposto la trasformazione, a partire dal 1° gennaio 2021, del Comitato interministeriale per la programmazione economica in un nuovo organismo, il Cipess, che affianca anche lo sviluppo sostenibile alle funzioni del vecchio Cipe. Una modifica che porta con sé un’innovazione profonda perché chiama la Pa a fornire un contributo chiaro al raggiungimento degli obiettivi e degli impegni assunti in sede internazionale ed europea, a cominciare dall’Agenda Onu 2030 sottoscritta nel settembre 2015 da tutti i paesi del mondo, Italia inclusa, che fissa 17 target da centrare entro quella data (dalla lotta al cambiamento climatico all’adozione di modelli sostenibili di produzione e di consumo).

Artefice della svolta è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Bruno Tabacci, che, in forza della delega ricevuta dal presidente Mario Draghi in materia di coordinamento della politica economica e programmazione degli investimenti pubblici di interesse nazionale e in qualità di segretario del Cipess, ha sollecitato la definizione di una precisa road map che riempisse di senso il restyling partito a gennaio dello scorso anno. «La direttiva rappresenta un passaggio chiave per affrontare quella che credo sia la più grande e complessa sfida con cui il Paese si dovrà misurare nei prossimi anni, ovvero coniugare la crescita con la sostenibilità - spiega il sottosegretario Tabacci al Sole 24 Ore -. Abbiamo ora uno strumento operativo che colloca il nostro Paese all’avanguardia sul tema e che sono sicuro avrà riflessi positivi anche nell’elaborazione dei processi di attuazione del Pnrr, perché eleva la sostenibilità, uno degli obiettivi primari che l’Europa ci chiede di centrare, a pilastro caratterizzante del pensare e dell’agire dello Stato nelle sue articolazioni».

Fin qui, dunque, la direzione da perseguire. Spetterà ora al Cipess, si legge nella direttiva, definire, entro il 2022, la “cassetta degli attrezzi”, vale a dire un set di indicatori di sostenibilità che costituirà la lente attraverso cui valutare le proposte di investimento pubblico da sottoporre all’esame del comitato e che sia in linea anche con la tassonomia Ue. Il tutto facendo anche tesoro del lavoro condotto finora da Dipe, il dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, che ha già avviato iniziative sperimentali volte a individuare metodologie e strumenti per la valutazione di sostenibilità delle decisioni di competenza del Cipess e che lavorerà in stretto raccordo con il comitato. «Già nei prossimi giorni - prosegue Tabacci -, prenderò contatto con le amministrazioni componenti per mettere in calendario un pre Cipess straordinario in modo da avviare un’interlocuzione con i nostri uffici del Dipe, che porti alla definizione delle linee guida e degli indicatori comuni per l’elaborazione e valutazione dei progetti di rilevanza pubblica sotto il profilo della sostenibilità ambientale anche ai fini del percorso di approvazione presso lo stesso comitato».

Insomma, l’obiettivo è costruire una procedura molto stringente che consenta di valutare iniziative e interventi sia a monte sia ex post in modo da monitorarne anche l’attuazione. Per la Pa si tratta di un salto non da poco che, secondo Tabacci, avrà però risvolti positivi anche all’esterno. «Sono convinto che questa innovazione rappresenti un elemento di garanzia per le tante imprese che sulla sostenibilità stanno scommettendo e investendo - conclude il sottosegretario -. Sapere che lo Stato sarà davvero in prima linea su questo versante con tutti i suoi piani di investimento è una conferma decisiva che indietro non si torna e un’ulteriore opportunità di crescita».

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