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Opere idriche, Ance: no a «modelli speciali» per affidare gli appalti

L'Ance ascoltata in senato sul Dl siccità. Petrucco: non derogare al codice dei contratti; risorse stanziate insufficienti, senza contare l'impatto del caro materiali

di M.Fr.

«Sebbene sia assolutamente comprensibile l'intento di realizzare con rapidità gli interventi volti a contrastare la scarsità idrica, attraverso il potenziamento e l'adeguamento delle relative infrastrutture, non appare condivisibile l'applicazione di deroghe assai ampie, che impattano anche sulle procedure ad evidenza pubblica, riconducibili al cosiddetto modello "Genova"». Lo ha detto il vicepresidente dell'Ance Piero Petrucco, ascoltato oggi dalle commissioni Ambiente e Industria del Senato, impegnate nella conversione in legge del decreto siccità (m.39/2023). Per accelerare la realizzazione degli interventi i costruttori ritengono piuttosto «indispensabile semplificare le procedure "a monte" della gara, relative alle fasi di programmazione e approvazione dei relativi progetti, analogamente a quanto avvenuto, a livello nazionale, per il Commissario per la tratta dell'Alta Velocità Napoli-Bari». «La fase di affidamento e di realizzazione delle opere - ribadisce l'Ance - dovrebbe avvenire nel pieno rispetto delle procedure previste dal Codice dei contratti e dalla legislazione ad esso connessa, in omaggio al principio di concorrenza ed a garanzia di una corretta esecuzione».

In tema di semplificazione l'Ance ha ricordato la recente delibera della Corte dei Conti sul settore idrico nella quale figurano pesanti rilievi e criticità nella gestione, ma anche perplessità sulle varie semplificazioni normative introdotte dal legislatore con l'obiettivo di accelerare le realizzazioni. Misure, che, secondo i magistrati contabili, «non hanno influito positivamente sul processo realizzativo, in assenza di una pianificazione e di un monitoraggio adeguato». Al punto che si sconsigliano «ulteriori semplificazioni e commissariamenti come via necessaria per attuare l'investimento, trascurando che queste misure dovrebbero costituire la extrema ratio piuttosto che un rimedio fisiologico per realizzare obiettivi sostanzialmente ordinari ed in gran parte risalenti nel tempo».

Quanto alle misure operative, l'Ance chiede di emendare il Dl siccità prevedendo l'invito di almeno 10 operatori agli affidamenti con procedura negoziata per opere di importo superiore alla soglia comunitaria. I costruttori chiedono poi di limitare il più possibile il ricorso all'appalto integrato cosiddetto "complesso", quello cioè in cui in fase di gara si chiede a tutti i concorrenti di produrre un progetto insieme all'offerta economica. Nel ricorso all'appalto integrato i costruttori propongono piuttosto di seguire prioritariamente il modello "classico": con l'affidamento di progetto ed esecuzione al solo vincitore della gara.
Sul fronte degli investimenti l'Ance fa notare che il decreto siccità non prevede alcuna risorsa aggiuntiva; resta pertanto confermata la situazione che vede attualmente un fabbisogno in termini di risorse di molto superiore a quanto stanziato finora. Citando i numeri del governo che si leggono nel Def, Petrucco ha ricordato che a fronte di un fabbisogno di circa 13,3 miliardi ci sono risorse per 5,1 miliardi, con una differenza che è pari pertanto a 8,2 miliardi. Sempre sul fronte delle risorse, l'Ance ha messo in guardia sulla previsione di un notevole incremento del fabbisogno di risorse a causa degli aumenti di prezzo che, secondo l'Ance, per le opere Pnrr ha finora prodotto incrementi del 35/40%.

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