Amministratori

Fiera Milano, l’ad scelto rinuncia alla nomina

La Fiera di Milano rimane senza l’amministratore delegato scelto. Ieri il manager Corrado Colli, selezionato dall’azionista di riferimento Fondazione Fiera Milano per mezzo del cacciatore di teste Russel Reynolds Associated, ha convenuto insieme all’ente fieristico che sarebbe stato opportuno ritirarsi prima ancora dell’insediamento del cda previsto per oggi, durante l’assemblea dei soci (in cui si approverà anche il bilancio 2016).

La decisione
La decisione arriva dopo la comunicazione del Tribunale delle misure preventive di Milano, che si «riserva in merito alla sua posizione», dopo che anche la procura aveva espresso contrarietà sulla nomina del manager, sollevando dubbi sulla trasparenza del suo percorso professionale, caratterizzato da un’inchiesta per la bancarotta fraudolenta della Opengate del 2003, in cui però è stato due volte assolto e una volta prescritto (per tre diversi capi di imputazione).
L’interpretazione della prescrizione che danno procura e avvocati è diversa: per l’accusa ci sono elementi di ambiguità nel merito, mentre per la difesa la prescrizione non ha permesso di approfondire la vicenda, essendo sopraggiunta già prima del processo.
Per i giudici con Colli sarebbe comunque rimasta un’ombra dentro un’azienda che si trova in amministrazione giudiziaria parziale (prolungata a fine marzo di altri 6 mesi), a seguito di un’inchiesta per infiltrazioni mafiose avviata lo scorso autunno dalla Dda di Milano prima sulla partecipata Nolostand, relativamente ai subappalti per gli allestimenti di alcuni padiglioni dell’Expo, e poi proseguita fino alla capogruppo.
I dubbi che il Tribunale solleva riguardano peraltro le dichiarazioni rilasciate dall’ad della Russel Reynolds, che al pm ha dichiarato che «Colli nulla ha riferito alla società deputata alla selezione del suo coinvolgimento nel fallimento della Opengate».

Lo scenario
Fondazione Fiera, in un primo momento, di fronte alla lettera del 7 aprile della procura, ha confermato la fiducia a Colli. Poi però di fronte alla riserva del Tribunale del 13 aprile ha fatto dietrofront, cercando una via d’uscita.
Si era pensato anche ad un insediamento oggi, durante l’assemblea dei soci, per mantenere inalterato il numero dei nove consiglieri, attendendo le dimissioni di Colli un momento dopo. Ieri invece il comitato esecutivo della Fondazione ha ritenuto fosse meglio intervenire immediatamente, senza creare ambiguità: Colli esce ancora prima di presentarsi all’assemblea, e i consiglieri rimarranno in otto. Tra questi, Alberto Baldan dovrebbe essere nominato presidente.
Il nuovo ad verrà selezionato nei prossimi giorni scegliendolo all’interno degli altri membri rimasti: Francesca Golfetto; Stefania Chiaruttini; Lorenzo Caprio; 6. Marina Natale; Elena Vasco; Gianpietro Corbari; Angelo Meregalli.
Ieri il presidente della Fondazione Fiera, Giovanni Gorno Tempini, ha dichiarato in una nota di attenersi a valutazioni di «opportunità». E, come immaginabile, Colli ha espresso invece una certa contrarietà: «Il dottor Colli, nonostante non vi siano impedimenti di ordine giuridico per la sua nomina, profondamente contrariato da una pressione mediatica ingiustificata e giuridicamente del tutto infondata, ha, a sua volta, ritenuto opportuno di ritirare con rammarico la propria disponibilità».

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