Imprese

Effetto rincari per le imprese, le gare sottocosto deserte o con una sola offerta

Le aggiudicazioni - quando avvengono - sono legittime sul piano formale ma molto discutibili sul piano concorrenziale

di G. Sa.

Lettere, diffide, richieste di annullare le gare. Ormai siamo oltre l’allarme e le imprese sono passate all’azione contro gare sottocosto del 15 o 20 per cento, con punte del 30%. Queste gare (Pnrr o no) si moltiplicano un po’ ovunque, con il risultato di desertificare le offerte, con la presenza, spesso, di una o due imprese in gara. In questi casi le aggiudicazioni - quando avvengono - sono legittime sul piano formale ma molto discutibili sul piano concorrenziale. Richiedono almeno un supplemento di indagine della stazione appaltante sulla solidità dell’impresa e sui prezzi (con ribasso) proposti. Vediamo alcuni recenti casi di gare sottocosto.

La gara Rfi di fine dicembre 2021 per la progettazione esecutiva e lavori di raddoppio della tratta Termoli-Ribalta (437,3 milioni) è stimata da Ance il 15-20% sottocosto per i rincari di tondo d’armatura, fondazioni speciali in cemento, acciaio per travi di ponte. Una sola offerta. Anche per la tratta Rfi Alcamo diramazione-Trapani, che l’Ance stima del 12% sottocosto per un disallineamento su tondino per cemento armato e calcestruzzo, si è presentata una sola impresa.

L’appalto Anas di fine dicembre 2021, il lotto 9 da 145 milioni della Grosseto-Siena, è stimato sottocosto di almeno il 10% per gli scostamenti dell’ordine del 35% su calcestruzzo, acciaio in barre e carpenteria metallica. Due offerte da consorzi stabili.

Non sono solo Rfi e Anas a dover aggiornare i prezzari (quello di Rfi dovrebbe arrivare a ore, dando soluzione al problema). Per la Metropolitana di Bologna pure due sole offerte, mentre sono andate deserte le gare della provincia di Lucca di dicembre per il Liceo scientifico Vallisneri (6,2 milioni) e l’Istituto Tecnico Economico Carrara (6,7 milioni), mentre per l’Istituto tecnico Ferrari (468mila euro) c’è stata una sola offerta.

«Alla gara per la Grosseto-Fano - dice l’amministratore delegato di Ircop, Antonio Ciucci - non abbiamo partecipato dopo aver svolto una dettagliata analisi dei prezzi che ci segnalava per una decina di voci più significative relative a calcestruzzi, acciaio e carpenteria metallica un costo per i soli materiali di 46 milioni a fronte di un costo stimato in base d’asta di 34 milioni: 35% di differenza».

«Non abbiamo partecipato alla gara per la Trapani-Milo - dice Gaetano Vecchio, direttore generale della Cosedil - perché non sarebbe stato serio, con un sottocosto da noi stimato del 20%. Mi auguro che Rfi non aggiudichi perché sono pronto a scommettere che questa opera fra due anni non sarà ancora partita».

Michele Pizzarotti, vicepresidente della Pizzarotti: «C’è un tema di fondo - dice - che fa capire la situazione nella quale versa il settore: è da trent’anni che non è prevista la revisione prezzi nei contratti. A oggi, con riferimento al primo semestre del 2021, l’ammontare complessivo riconosciutoci è pari al 35% rispetto agli aumenti reali delle 15 voci di prezzo principali. Nel secondo semestre 2021 abbiamo assistito a ulteriori incrementi generati dal rincaro di energia, cemento e calcestruzzo che chiediamo vengano inclusi nel prossimo conteggio. Le gare recenti sono mediamente sottostimate di oltre il 20%. È impensabile andare avanti in questo modo, il settore non reggerebbe più».

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