Urbanistica

Rigenerazione urbana, Ddl sommerso da critiche e 2mila emendamenti

Sul testo in commissione Ambiente del Senato, che era stato sommerso di critiche di imprese, regioni e comuni

di Giorgio Santilli

I duemila emendamenti presentati al Ddl sulla rigenerazione urbana alla commissione Ambiente del Senato saranno probabilmente il de profundis per il testo unificato. Il Ddl era stato sommerso da critiche delle imprese (Confindustria, Ance, Assoimmobiliare), della Conferenza delle Regioni e dell'Anci (comuni). Critici anche Inu e Legambiente. L'Istituto nazionale di urbanistica ha manifestato perplessità sui contenuti, pur apprezzando la volontà di arrivare a una legge. In particolare dovrebbero essere i Comuni, e non le Regioni, caso per caso, a decidere se servono incrementi volumetrici e di che entità e riduzioni delle imposte in relazione ai progetti presentati. Sugli articoli 10 e 11 si critica che i Comuni debbano farsi carico di una lunga serie di adempimenti scollegata dalla normale attività di pianificazione del territorio.Legambiente critica il meccanismo dei bandi. «Per semplificare il processo è opportuno che il percorso sia il più possibile trasparente nei riferimenti, in modo che i Comuni sappiano in quale direzione lavorare nell'elaborare i piani. Prevedere nei bandi un'ulteriore definizione dei criteri e del piano rischia di complicare il percorso e produrre possibili contraddizioni». Il Ddl è fermo in commissione Ambiente, in attesa del parere della commissione Bilancio: perplessità sono state avanzate dalla relatrice leghista Faggi sulle coperture e sull'assenza di relazione tecnica. Il Ddl conta su un Fondo nazionale con dotazione di 500 milioni di euro dall'anno 2021 fino all'anno 2040.

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