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Concorsi, ok alla riforma con mini-correttivo - Resta la prova finale nel Ripam Campania

La navigazione in commissione del decreto Covid è ripresa solo ieri nel tardo pomeriggio dopo un lungo stallo

di Gianni Trovati

La chiamata al Colle dei presidenti delle Camere è arrivata dopo che la fibrillazione nella maggioranza aveva raggiunto i livelli di guardia: superando i confini della questione riaperture che l’aveva accesa per scaricarsi sui dossier economici dedicati a sostegni, Pa e fisco.

Teatro dei primi effetti della tensione è stato il Senato, dove la navigazione in commissione del decreto Covid è ripresa solo ieri nel tardo pomeriggio dopo un lungo stallo (arriverà oggi in Aula). Ieri è stato approvato lo scudo penale per gli operatori sanitari per l’emergenza Covid (esclusa la colpa grave). Altri due correttivi estendono i contributi per gli Its e destinano 100 milioni per chiudere la baraccopoli di Messina. Il confronto si è animato su aperture e coprifuoco, ma ha investito in pieno il capitolo Pa. All’articolo 10 il decreto contiene la riforma dei concorsi preparata dal ministro Brunetta per tagliare i tempi delle selezioni. Alla fine la riforma è passata, accompagnata da un correttivo del relatore (Gianclaudio Bressa, Pd) con cui si precisa che la valutazione dei titoli di studio deve essere «strettamente correlata» ai profili qualificati chiesti dai bandi, e che il curriculum accademico e lavorativo non può pesare per più di un terzo sul punteggio finale. Principi e vincoli già presenti nel nostro ordinamento: ma ribadirli è servito a stemperare le polemiche politiche sulle nuove regole.

Tanto non è bastato però a spianare la strada all’emendamento con la delega per la riforma complessiva del reclutamento, con l’obiettivo di rafforzare i canali per i giovani laureati e l’utilizzo di strumenti come il contratto di formazione lavoro e l’apprendistato (NT+ Enti locali & edilizia di ieri). Se ne riparlerà presto, probabilmente nel decreto sulla governance del Pnrr atteso a fine mese, perché l’obiettivo è quello di accelerare l’ingresso delle competenze necessarie ad attuare il Recovery. Allo stesso scopo risponde l’ampliamento temporaneo dei limiti agli incarichi per i dirigenti esterni, che dovrebbe trovare spazio nello stesso decreto. Cade invece sul finale l’emendamento Pd che ha provato a cancellare l’unica prova finale residua nel corso-concorso per le oltre 1.800 assunzioni negli enti locali della Campania. Spinta dal presidente della Regione De Luca, che a più riprese ha promesso l’assunzione a tutti i partecipanti al corso-concorso, e firmata dalla senatrice campana Valeria Valente, la proposta ha incontrato le barricate alzate da Brunetta e dai tecnici della Funzione pubblica, che hanno sostenuto il carattere incostituzionale della cancellazione della prova finale. Il suo ritiro in extremis ha evitato una spaccatura nella maggioranza.

Maggioranza che continua il confronto su Dl sostegni, slittato alla prossima settimana per chiudere le partite delicate su fondo perduto, aiuti fiscali per le aggregazioni bancarie e Alitalia. Mentre si apre un nuovo fronte sulla riforma fiscale con la presentazione delle proposte della Lega che chiede di ampliare la mini-Flat Tax e introdurre la tassa piatta incrementale. Ipotesi che faticheranno a trovare aperture a sinistra.

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