Imprese

Webuild, ricavi verso i 10 miliardi con la spinta dell'Australia

Acquisito il portafoglio ordini di Clough: progetti per 4 miliardi di euro. L’ad Salini: «Consolidata la strategia di crescita in mercati a basso rischio»

di Marco Morino

Dall'Australia arriva la spinta che potrebbe consentire a Webuild (ex Salini Impregilo), una delle maggiori realtà globali nella realizzazione di grandi infrastrutture (ferrovie, metro, ponti, strade, porti, dighe, impianti idroelettrici), di avvicinare, a fine anno, i 10 miliardi di euro di fatturato. Nel 2022, i ricavi consolidati di Webuild hanno superato gli 8 miliardi di euro. Ieri, il gruppo italiano, al termine di un lungo e complesso negoziato dove si è rischiata anche la rottura, ha annunciato di aver sottoscritto il contratto per acquisire le attività aziendali (asset) dell'impresa australiana Clough, il secondo principale gruppo del continente nel settore delle grandi opere. Il valore complessivo dell'investimento è pari a circa 35,9 milioni di dollari australiani (23,4 milioni di euro). La finalizzazione dell'acquisizione è condizionata all'ottenimento di alcuni consensi di terze parti coinvolte nell'operazione, inclusa l'approvazione da parte dell'assemblea dei creditori, che è prevista entro la metà del mese in corso.

Il perimetro finale, oggetto dell'accordo include: l'organizzazione centrale di Clough (la sede principale è a Perth), compresi uffici, brand, credenziali, qualifiche, senior management e personale di sede; oltre 4 miliardi di euro (oltre 6 miliardi di dollari australiani) di progetti nel portafoglio ordini (a fine 2022) con la relativa forza lavoro. L'integrazione di Clough in Webuild, spiega una nota, garantisce la continuità dei progetti della stessa e salvaguarda l'occupazione di 1.100 dipendenti. L'operazione darà vita a un gruppo tra i maggiori in Australia. I progetti inclusi nel perimetro di acquisizione sono tra le più importanti infrastrutture in corso di realizzazione in Australia e Papua Nuova Guinea e l'accordo raggiunto, sottolinea Webuild, ne facilita la consegna per i governi, le comunità locali e le imprese coinvolte.

L'operazione garantisce inoltre che tutti i subappaltatori e fornitori appaltati per i progetti inclusi nel perimetro vengano regolarmente pagati per il completamento dei lavori. Dice Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild: «È un'operazione storica per Webuild, che consolida la strategia di crescita in mercati a basso rischio. Con l'integrazione di Clough, diventiamo uno dei maggiori gruppi del settore, anche in segmenti limitrofi come energia, impianti e infrastrutture per la difesa, in un mercato in continua espansione. È stato un grande lavoro di squadra per creare una delle principali società di costruzione di infrastrutture in Australia». L'Australia, il cui segmento delle costruzioni si stima rappresenti un'opportunità per oltre 300 miliardi di euro nel periodo 2022-2025, è il secondo mercato per Webuild, dopo l'Italia e prima degli Stati Uniti.

Negli ultimi 4 anni, il fatturato in Australia è cresciuto dal 3% del totale di gruppo registrato nel 2018, all'8% del 2020, fino al 14% del 2022. Con l'operazione annunciata ieri, Webuild raggiunge in Australia un portafoglio complessivo di oltre 12 miliardi di euro (18,5 miliardi di dollari australiani), inclusi i progetti assegnati come migliore offerente. Webuild impiega in Australia circa 1.800 persone, che arrivano a circa 3mila dopo l'integrazione con Clough. Le sedi australiane di Webuild sono due: Sydney e Melbourne. Webuild oggi lavora nel Paese soprattutto nei settori dell'idroelettrico e della mobilità sostenibile. È attivo su 3 progetti (Snowy 2.0, North East Link e Sydney Metro-Western Sydney Airport Metro Line) ed è stato nominato migliore offerente su un altro mega progetto (Inland Rail, in Queensland).

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