Fisco e contabilità

Cambia la manovra, più fondi ai Comuni per gli asili nido

In settimana potrebbe tornare a Palazzo Chigi in versione riveduta e corretta prima dell’approdo al Senato

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Bonus edilizi, pensioni, reddito di cittadinanza e sanità continuano a complicare il percorso della legge di bilancio. Che in settimana potrebbe tornare a Palazzo Chigi in versione riveduta e corretta prima dell’approdo al Senato. Mentre fra i partiti la tensione dell’attesa sale: da Palazzo Madama Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega, mette i piedi nel piatto di una delle questioni più complicate di queste ore, e chiede di abolire il «tetto assurdo» all’Isee introdotto per limitare la proroga del Superbonus a villette e abitazioni unifamigliari in genere. Dalla Camera invece Luigi Marattin (Iv), presidente della commissione Finanze, sottolinea la «distorsione ormai strutturale» rappresentata dal ritardo con cui le manovre arrivano in Parlamento.

Alcune norme, per esempio sul bonus affitti per i giovani e sullo sviluppo degli asili nido, hanno già trovato un testo nuovo. Ma altre, a partire appunto dai bonus edilizi, sono ancora in discussione, e non si esclude un nuovo vertice di maggioranza nelle prossime ore. Già decisa appare la proroga di sconto in fattura e cessione dei crediti, anticipata sul Sole 24 Ore di venerdì scorso, ma sul Superbonus per le villette e sulle verifiche anti-frode i lavori sono in corso. Lo stesso accade per la nuova griglia di controlli sul reddito di cittadinanza, altro tema che alimenta le tensioni nella maggioranza.

Un filo rosso collega le discussioni su incentivi fiscali all’edilizia e reddito di cittadinanza che impediscono al testo della legge di bilancio di trovare una formulazione definitiva ormai a 10 giorni dall’approvazione formale in consiglio dei ministri. In entrambi i casi, infatti, il problema è quello di contenere il rischio abusi reso evidente dalle cronache degli ultimi giorni.

Sugli incentivi per la casa, il pressing alimentato soprattutto dal Movimento 5 Stelle ha portato alla replica per il 2022-24 della possibilità di ottenere lo sconto direttamente in fattura oppure di cedere il credito maturato. I numeri delle operazioni già effettuate, pubblicati domenica su questo giornale, mostrano però che i due meccanismi sul complesso dei bonus in edilizia ha raggiunto quota 19,3 miliardi di euro, dimensione difficile da gestire anche in termini di saldi di finanza pubblica. E nel calderone, ha denunciato in prima persona il direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, sono entrati anche crediti inesistenti, che una stima prudenziale indica in almeno 800 milioni di euro.

La proroga di sconto in fattura e cessione del credito, che si sta facendo largo nel testo finale della legge di bilancio, dovrebbe quindi essere anticipata da un decreto legge per introdurre un meccanismo di controlli preventivi anti-frode. «Bisogna rafforzare i controlli - conferma la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra - perché quelli appena partiti hanno già rilevato abusi e, talvolta, lo sconfinamento nel riciclaggio di denaro sporco». Nel frattempo resta in discussione l’ipotesi di innalzare il livello Isee (25mila euro) che ora accompagna la proroga del superbonus al 2023 per le abitazioni unifamigliari.

Sempre di controlli si discute poi per il reddito di cittadinanza, con un pacchetto di norme nuove di zecca che imporrebbero un nuovo esame collegiale in Cdm al testo finale. Il punto, in particolare, è come certificare il rifiuto di una proposta lavorativa che nel nuovo meccanismo abbasserebbe il reddito, e che fin qui non conosce un meccanismo puntuale di verifica, da soggetto certificatore all’ente preposto a registrare l’eventuale rifiuto.

Intanto cominciano a emergere le prime modifiche già portate alle norme esaminate nel consiglio dei ministri di dieci giorni fa. Cambiano le regole per la detrazione fiscale pensata per aiutare i giovani fino a 31 anni che vanno ad abitare da soli in affitto. Il tetto per lo sconto fiscale resta al 20% del canone, ma si introduce un tetto minimo che in ogni caso riconoscerà 991,6 euro anche quando il quinto dell’affitto sia più basso. Si abbassa, però rispetto alla bozza di fine ottobre, da 2.400 a 2mila euro il limite annuo alla detrazione.

Si irrobustiscono poi a partire dal 2026 i fondi aggiuntivi previsti per lo sviluppo degli asili nido dei Comuni. La progressione annuale del finanziamento cresce fino a raggiungere gli 1,1 miliardi di euro annui dal 2027 (per i prossimi anni restano invece i 100 milioni previsti sul 2022, 150 sul 2023 e 200 sul 2024). Questi fondi servono a raggiungere il «livello essenziale della prestazione», che a regime dal 2027 è fissato in un tasso di copertura del 33% (in pratica, un posto nell’asilo nido per ogni tre bambini, anche tramite il privato) da raggiungere tramite obiettivi di servizio crescenti anno per anno.

Nel complesso lavorio di messa a punto delle misure e dell’aggiustamento dei saldi finali rientrano anche altri due interventi fino ad ora non previsti come l’esenzione dall’imposta di bollo per i certificati digitali e il rifinanziamento del Fondo contro la violenza di genere che poggia sulla Convenzione di Istanbul.

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