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Case, scuole, sanità: la mappa dei 4,2 miliardi del Pnrr alla banda larga

Con i primi tre bandi (in attesa del 5G) Calabria e Sardegna in testa per risorse

di Carmine Fotina

I progetti per aumentare la copertura della banda ultralarga nel Paese sono uno dei capitoli più ricchi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E analizzando i primi tre bandi pubblicati - dall’importo a base di gara di 4,2 miliardi complessivi - si può già delineare una mappa provvisoria della distribuzione di risorse e di strutture da coprire nelle singole regioni. La ricognizione del Sole-24 Ore, svolta sulla base dei documenti di gara pubblicati da Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico guidata da Marco Bellezza, riguarda i progetti “Italia a 1 giga” (6,9 milioni di indirizzi civici totali), “Scuole connesse” (9.915 sedi) e “Sanità connessa” (12.279 strutture).

In attesa della maxi-gara sulla rete mobile 5G, prevista a marzo, e della nuova procedura per la copertura delle isole minori, attesa a giorni dopo la prima versione andata deserta, i tre bandi aperti riguardano indirizzi civici, quindi famiglie e imprese (3,65 miliardi), scuole (184,4 milioni), strutture sanitarie (387,3 milioni). Le gare sono organizzate per lotti che in alcuni casi raggruppano più regioni, ma le schede del programma di realizzazione consentono di estrapolare i singoli dati regionali.

In testa nella programmazione di risorse messe a gara risultano Calabria (554 milioni), Sardegna (384) e Puglia (382). Si tratta evidentemente delle regioni dove le consultazioni pubbliche effettuate con gli operatori privati, per conoscere i loro piani di investimento al 2026, data di chiusura degli interventi del Pnrr, hanno rilevato i maggiori buchi di copertura in termini di collegamenti ultrabroadband.

Seguono Lazio (318,7 milioni), Toscana (317,5), Campania (294,3), Sicilia (290,2). In Calabria (sommando i due lotti Calabria Nord e Calabria Sud) è previsto il collegamento di 967.411 indirizzi civici, in Sardegna e Puglia rispettivamente 663.784 e 644.257.

Si va invece al Nord, in Lombardia, con 42,2 milioni, per trovare il dato della regione dove è programmato l’intervento più costoso nell’ambito della gara “Sanità connessa”, destinato a collegare 1.343 strutture (ospedali, centri di ricovero, data center ad uso della sanità, sedi intermedie, ambulatori, strutture di assistenza e riabilitazione). Dietro ci sono la Campania (33,2 milioni per 910 strutture), il Veneto (28,5 milioni per 1.048 strutture) e il Lazio (28 milioni per 864 sedi). Al numero più alto di strutture di una regione non necessariamente corrisponde un importo a gara maggiore, perché vanno considerate le differenti tipologie di strutture interessate e di intervento tecnico previsto, con relativi listini pubblicati da Infratel.

Considerazioni analoghe vanno fatte per il bando “Scuole connesse”, dove la gara prevede addirittura cinque tipologie di sedi scolastiche con differenti prezzi unitari: scuole già interessate dall’intervento pubblico diretto lanciato da Infratel negli anni scorsi, sedi in prossimità di reti in fibra ottica di operatori privati, sedi già interessate dal piano del concessionario Open Fiber nelle aree bianche a “fallimento di mercato”, strutture situate a oltre 50 metri dalle reti dei privati ed infine scuole “colocate” che cioè, fino a un certo punto, usufruiscono della stessa rete di accesso di un altro istituto. Nel complesso, le risorse più alte sono previste per la Campania (29,2 milioni per 1.630 strutture), la Lombardia (21,5 milioni e 1.264 strutture), la Sicilia (17,6 milioni e 912 sedi) e la Calabria (16,9 milioni e 894 strutture).

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