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A Genova nessuna offerta per la maxi gara della diga foranea, sul tavolo l'ipotesi di una trattativa privata

Il consorzio WeBuild-Fincantieri scrive al commissario Signorini: non ci sono le condizioni. Anche l'altro concorrente interessato (Gavio-Acciona) ha deciso di non partecipare

di Massimo Frontera

Nessuna offerta alla scadenza della maxi-gara per la nuova diga foranea di Genova. Alla chiusura del termine per le offerte - il 30 giugno alle ore 12:00 - nessuno dei due concorrenti interessati ha depositato la sua proposta per il maxi appalto integrato da quasi 930 milioni di base d'asta lanciato dall'Autorità portuale. Con una lettera inviata al commissario Paolo Emilio Signorini, il raggruppamento con WeBuild e Fincantieri (oltre a Fincosit e Sidra) ha comunicato la sua decisione affermando che non ci sono le condizioni per concorrere all'aggiudicazione. Secondo indiscrezioni raccolte dall'Ansa, anche l'altro concorrente interessato - il consorzio Eteria (Gavio-Caltagirone) Rcm e Acciona avrebbe rinunciato.

Nei giorni scorsi la presidente nazionale dell'Ance Federica Brancaccio, in una lettera inviata l'8 giugno al commissario Signorini, aveva segnalato che l'importo a base di gara era sottostimato rispetto ai costi per l'esecuzione in mare aperto dei lavori, prospettando la possibilità di un insuccesso. Il ministro Enrico Giovannini intervenendo il 25 giugno al convegno dei Giovani imprenditori a Rapallo, aveva assicurato che gli eventuali extracosti si sarebbero potuti assorbire. «La rinuncia delle due cordate di imprese che avrebbero dovuto partecipare alla gara per realizzare la più grande opera pubblica degli ultimi trent'anni, per un valore di oltre un miliardo – dice in un comunicato il presidente dei costruttori dell'Ance della Liguria Emanuele Ferraloro - , al di là dell'effetto devastante sulla credibilità anche internazionale di Genova e del suo porto, allunga ombre sulla fattibilità di gran parte delle opere inserite nel Pnrr e sulla capacità dei soggetti pubblici di mettere a punto progetti tecnici credibili e affidabili».

Secondo indiscrezioni, l'irritazione del governo e in particolare del ministro delle Infrastrutture, è altissima, anche se al momento non è arrivato nessun commento. Sia il sindaco di Geova Marco Bucci, sia il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, assicurano che il progetto potrebbe proseguire appaltando l'opera con una procedura negoziata. «Le aziende che hanno fatto una manifestazione di interesse preliminare - ha spiegato in particolare Toti all'Ansa - saranno chiamate per trovare in modo negoziato la possibilità di far partire l'opera; è una cosa che Signorini già si appresta a fare, ne abbiamo parlato ieri, e questo non interrompe il percorso». «Vedremo come decideranno di proseguire Adsp e ministero - ha aggiunto - immagino con uno stralcio del lotto funzionale che sia sufficiente per la copertura economica data all'opera. Chiaro che poi occorrerà per finirla, ma ci vogliono anni non è tema di oggi, un ulteriore finanziamento, per la verità non particolarmente importante visto che stiamo parlando di un'opera da un miliardo e alcune decine di milioni di euro non faranno la differenza».

Preoccupazione anche tra le organizzazioni sindacali. «Ci appelliamo al commissario straordinario Paolo Emilio Signorini perché ponga in essere da subito tutte le azioni idonee a rimettere in piedi la realizzazione dell'opera, che insieme al Terzo valico ha una valenza strategica senza precedenti per tutto il territorio - dicono i segretari generali della Filca nazionale, Enzo Pelle, e della Filca Liguria, Andrea Tafaria -; i lavori sarebbero dovuti iniziare a settembre: chiediamo a Signorini di convocare subito le organizzazioni sindacali perché non c'è tempo da perdere, la diga non può allungare l'elenco delle tante opere italiane necessarie e mai realizzate».

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