Personale

Fisco, confermati due direttori su tre - Cambio alle Dogane

Restano Ruffini alle Entrate e Dal Verme al Demanio - Al posto di Minenna il Consoglio dei ministri indica Roberto Alesse

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il Governo conferma due caselle su tre al vertice delle agenzie fiscali. Ernesto Maria Ruffini resta direttore delle Entrate, Alessandra Dal Verme continuerà a guidare il Demanio. Cambio, invece, alle Dogane: Marcello Minenna sarà sostituito da Roberto Alesse, già presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali e nominato a fine ottobre capo di gabinetto dal ministro per le Politiche del mare e per il Sud Nello Musumeci.

Lo spoil system non porta quindi a uno stravolgimento complessivo nei ruoli apicali della macchina fiscale. Appena un mese fa, l’Esecutivo aveva preso una decisione nel segno della continuità per sostituire al vertice del dipartimento delle Finanze Fabrizia Lapecorella, che si è insediata al dipartimento delle Politiche europee: la scelta in quel caso, infatti, era caduta su Giovanni Spalletta, che già nel dipartimento di Via dei Normanni occupava l’incarico di direttore della legislazione tributaria. Ora il Consiglio dei ministri, su indicazione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e del suo vice con delega al fisco Maurizio Leo, sceglie la continuità per Entrate e Demanio. Mentre sulle Dogane è prevalsa una logica di procedere a un cambiamento. Marcello Minenna era stato indicato tre anni fa dal Governo Conte II con all’epoca Roberto Gualtieri ministro dell’Economia (la nomina formalmente per ogni direttore delle agenzie fiscali passa da un decreto del Presidente della Repubblica). Una figura quella di Minenna su cui, dopo la breve parentesi durata due mesi nell’estate 2016 come assessore al Bilancio della giunta di Virginia Raggi a Roma, il Movimento 5 Stelle aveva fortemente puntato a inizio del 2019 anche come successore di Mario Nava alla presidenza della Consob, per la quale poi la scelta era ricaduta su Paolo Savona. Di fatto, ora l’addio a Minenna e la successione con Roberto Alesse assumono i connotati di una discontinuità di carattere più politico, almeno sotto il profilo del messaggio. Il Governo Meloni punta, infatti, su un tecnico-giurista di area di centro-destra, che ha mosso i primi passi da dirigente pubblico nella giunta regionale del Lazio all’epoca presieduta da Francesco Storace per poi approdare nelle fila dei dirigenti dello Stato in organico a Palazzo Chigi. È chiaro che le priorità restano inalterate. Con la partita sulle accise sui carburanti, per cui dal 1° gennaio non sono stati confermati più gli sconti (proprio ieri la circolare 1/2023 firmata da Minenna aveva ricordato il ritorno alle aliquote “integrali”), e i successivi rincari dei prezzi della benzina e del diesel ai distributori. Rincari su cui l’Esecutivo ha chiamato la Guardia di Finanza a intensificare i controlli in chiave antispeculazione.

Ma sul tavolo il neodirettore Alesse, una volta che sarà completata la procedura di nomina, ci sarà anche il settore strategico (per le entrate che garantisce alle casse dell’Erario) del gioco. Settore in cui si potrebbe profilare un rischio di contenzioso dopo la determina arrivata il 5 gennaio e che spiega ai concessionari di dover ricalcolare il contributo dello 0,5% della raccolta sulle puntate da destinare al fondo salvasport e versare dopo tre anni gli importi dovuti sia per il 2021 sia per lo scorso anno (si veda quanto anticipato da «Il Sole 24 Ore» del 7 gennaio).

Non mancheranno le sfide anche per i direttori su cui il Consiglio dei ministri ha optato per la conferma. Per Ernesto Maria Ruffini, già scelto dai governi Renzi e Conte II alla guida delle Entrate (e confermato anche da Gentiloni e da Draghi), si tratterà di garantire ulteriormente gli obiettivi del Pnrr: dal potenziamento dell’attività di compliance per puntare sempre di più sulla qualità della prevenzione dell’evasione al lancio della dichiarazione precompilata Iva per circa 2,3 milioni tra autonomi e imprese. In questo contesto si iscrive anche il rilancio (da effettuare con l’agenzia delle Dogane) della lotteria degli scontrini attraverso le vincite istantanee: un obiettivo per cui il Governo ha stanziato 80 milioni nel decreto Aiuti quater per il credito d’imposta da destinare a commercianti ed esercenti per l’adeguamento dei registratori telematici. Ma tra le priorità attuative ci sono due capitoli caldissimi: i provvedimenti necessari a far decollare tutte le sanatorie della tregua fiscale, compresi quelli di competenza di agenzia delle Entrate Riscossione di cui Ruffini è direttore e per cui ha indicato da tempo la necessità di svuotare il magazzino dei crediti non più riscuotibili tradotta nella manovra nelle tre mosse su stralcio dei mini-debiti fino a mille euro, rottamazione quater, riscrittura delle condizioni proprio per cancellare gli importi non più recuperabili; rendere operative le nuove regole sulle cessioni dei bonus edilizi (per cui era stato Ruffini in prima battuta a lanciare l’allarme sui rischi di frodi nell’autunno 2021) in arrivo con la conversione del decreto Aiuti quater. C’è poi tutta la questione “interna” sul rafforzamento della pianta organica dell’agenzia delle Entrate che risulta carente di 15mila unità rispetto alle 44mila previste su carta: ci sarà da portare a termine i concorsi già banditi e sfruttare la possibilità di nuove procedure selettive per 3.900 funzionari concessa per il 2023 e il 2024 dall’ultima legge di Bilancio.

Per il Demanio, invece, la conferma dell’attuale presidente Alessandra Dal Verme sarà di fatto a termine fino al raggiungimento dell’età pensionabile. A quel punto si riaprirà la corsa per la successione.

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