Amministratori

Dl Pa, saltano i posti pagati ai politici locali

Cancellata la possibilità per sindaci e assessori di entrare in staff dei colleghi

di R.R.

Dal testo finale del decreto assunzioni, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, salta la norma che avrebbe aperto a sindaci e consiglieri comunali e regionali la possibilità di entrare come collaboratori negli staff dei loro colleghi. È questo il frutto dell’ennesima ripulitura del testo, che ora accoglie anche la riforma della Governance di Sport e Salute e le nuove regole per gli incentivi ai ricercatori.

La norma stralciata dal testo finale offriva una curiosa deroga all’obbligo di gratuità per gli incarichi conferiti dalle Pa ai titolari di cariche elettive. Lo stop ai pagamenti, si leggeva nelle bozze del decreto, non avrebbe riguardato «i contratti di lavoro subordinato presso gli uffici di supporto agli organi di direzione politica delle regioni ed enti locali». L’unico vincolo, e ci mancherebbe, era rappresentato dal fatto che sindaci e consiglieri non fossero stati eletti nel «medesimo ente che procede all’assunzione». La precisazione non è bastata a salvare la deroga, che quindi cade nel cestino come era già accaduto alla possibilità, sempre prevista dalle prime bozze del decreto, di conferire incarichi biennali pagati in tutte le Pa ai pensionati. Per loro, quindi, la retribuzione torna solo per gli incarichi di vertice negli enti nazionali che passano dalle commissioni parlamentari, come previsto dal decreto Pnrr-ter.

Per il resto, il decreto conferma le previsioni delle ultime versioni, dalle poco più di 3mila assunzioni (per due terzi fra polizia e forze di sicurezza) fino al rinvio di un anno dell’obbligo per i Comuni usciti dal dissesto di caricarsi la gestione delle anticipazioni di liquidità sblocca-debiti.

Dopo un lungo confronto tecnico e politico all’interno del governo, nel testo finale del Dl avrebbe trovato posto anche la riscrittura della governance di Sport e Salute, la partecipata del Mef che con il governo giallo-verde ha sostituito Coni servizi per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita e chiamata a erogare i fondi pubblici alle federazioni sportive. La norma, in particolare, prevede lo sdoppiamento della carica tra presidente e ad della Spa dello Sport e il ritorno del consiglio di amministrazione da tre componenti a cinque. In questo modo l’amministratore delegato sarà nominato dal ministro dello Sport, d’intesa con il Mef e dopo aver chiesto il parere alle Camere. Gli altri tre componenti sono nominati, dagli altri ministeri della Salute dell’Istruzione e dell’Università. L’attuale governance di Sport e Salute, decadrà al momento dell’insediamento dei nuovi componenti del Consiglio di amministrazione.

Non ha trovato posto, invece, la norma che prevedeva il passaggio dell’erogazione dei contributi alle federazioni e agli organismi sportivi in capo al Dipartimento dello Sport. Si tratta di 280 milioni che restano nelle disponibilità di Sport e Salute.

Nel decreto trova conferma anche l’incentivo per trattenere o attrarre in Italia i ricercatori. Come anticipato su queste pagine, infatti, la norma inserita prevede un incentivo stipendiale, con aumenti fino al 30%, per i professori e i ricercatori che vinceranno un bando competitivo europeo o internazionale.

L’incentivo stipendiale sarà riconosciuto solo per il periodo di realizzazione dei progetti da cui derivano i fondi e comunque nel limite della delle risorse disponibili. Si terrà conto dell’impegno individuale nell’elaborazione e nella realizzazione degli interventi proposti e finanziati, così come dei principi di trasparenza, imparzialità e oggettività adottati.

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