Personale

Rapporto biennale sul personale maschile e femminile, esonerate dall'invio le Pubbliche amministrazioni

A chiarirlo è intervenuto il ministero del Lavoro e delle politiche sociali

di Consuelo Ziggiotto e Salvatore Cicala

Le pubbliche amministrazioni non hanno alcun obbligo di redigere il rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. A chiarirlo è il ministero del Lavoro e delle politiche sociali con una Faq, pubblicata sul proprio sito, a pochi giorni dalla scadenza della denuncia.

La legge n. 162 del 5 novembre 2021 ha apportato importanti modifiche al Codice delle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo (decreto legislativo 198/2006).

L'articolo 3 della legge, modificando la precedente formulazione contenuta nell'articolo 46 del Dlgs 198/2006, ha esteso l'obbligo di redigere un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile alle «aziende pubbliche e private» che occupano oltre cinquanta dipendenti, prima limitato a quelle con oltre cento dipendenti, prevedendo altresì per le aziende al di sotto di tale soglia la facoltà di redigere tale rapporto su base volontaria, con apposite modalità telematiche (comma 1-bis).

Il termine di trasmissione del rapporto è fissato al 30 aprile dell'anno successivo alla scadenza per ciascun biennio monitorato.

Con decreto interministeriale del 29 marzo 2022, a firma dei ministri Orlando e Bonetti, è stato stabilito che, in fase di prima applicazione, i rapporti relativi al biennio 2020-2021 potevano essere inviati entro il 30 settembre 2022.

Per ragioni tecniche, con successivo decreto del 28 settembre, la scadenza è stata ulteriormente prorogata al 14 ottobre.

Diverse pubbliche amministrazioni si sono interrogate sull'obbligatorietà in capo alle stesse di invio del rapporto anche al fine di scongiurare la sanzione amministrativa pecuniaria (da 1.000 a 5.000 euro) fissata dalla legge.

Il dilemma nasce dal termine «aziende pubbliche» utilizzato dalla norma e se tale debba essere inteso come ampio contenitore di tutte le pubbliche amministrazioni.

A dipanare ogni dubbio ci ha pensato il ministero del Lavoro e delle politiche sociali con una Faq dello scorso 11 ottobre, pubblicata sul proprio sito, laddove si conferma l'esclusione delle pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, del Dlgs 165/2001, dall'invio del rapporto.

Con un'altra Faq si precisa che il termine aziende pubbliche si riferisce esclusivamente alle aziende partecipate dallo stato o da altri enti pubblici.

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