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Gas, sanità, dighe, servizi locali: accordi sul Ddl concorrenza

Oggi al Senato gli ultimi nodi, a partire dalla nuova proroga al 2025 per le spiagge, poi in serata possibile il voto

di Carmine Fotina

Intese su servizi pubblici locali, porti, gas, concessioni idroelettriche, cliniche private, farmaci generici, poteri dell’Antitrust. Il disegno di legge per la concorrenza dovrebbe arrivare oggi finalmente il momento delle prime votazioni in commissione Industria al Senato dopo una messe di riunioni tra governo e maggioranza servite a sminare il terreno su alcuni degli articoli più controversi. Manca però ancora una riformulazione dell’articolo 2 sulle concessioni balneari, sebbene dietro le quinte si lavori a una proroga di due anni del termine fissato dal governo per le attuali concessioni da mettere poi a gara (dal 31 dicembre 2023 alla fine del 2025). Oggi su questo tema sono in programma riunioni interne ai partiti per arrivare all’intesa con il governo. Superare l’impasse delle spiagge è un passaggio decisivo perché il Ddl arrivi in Aula al Senato già domani con votazione finale per questa prima lettura giovedì.

Dighe, servizi locali e rifiuti

Sulle concessioni idroelettriche si va avanti con le gare regionali e salta la priorità che le Regioni avrebbero dovuto concedere al sistema del project financing. Con contestuale compromesso tra governo e maggioranza su una norma interpretativa per il «golden power» su tutte le concessioni (si veda l’articolo in basso). Dal confronto tra esecutivo e maggioranza esce ridimensionata la delega per la riforma dei servizi pubblici locali, che perde uno dei suoi punti qualificanti cioè l’obbligo per gli enti locali che rinunciano al mercato e scelgono l’affidamento in-house di darne motivazione, non solo ex post, ma anche in anticipo con trasmissione all’Antitrust.

È andato in scena intanto lo scontro sulla gestione dei rifiuti. L’indicazione finale sarebbe quella di bocciare l’emendamento, fortemente criticato dall’Anci e dai sindacati, che punta a elimina la privativa degli enti locali dal ciclo integrato dei rifiuti con spacchettamento del servizio di raccolta da quelli di smaltimento e recupero. Una riformulazione dei relatori è attesa per oggi.

Gas e porti

Per la predisposizione delle gare per la distribuzione del gas, i gestori uscenti avranno più tempo (60 giorni e non più 30) per fornire all’ente locale le informazioni necessarie a redarre il bando. Inoltre si prevede che entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge un decreto dei ministri della Transizione ecologica e degli Affari regionali, sentita l’Authority per l’energia e le reti, aggiorni i criteri di gara previsti dal decreto 226 del 2011, in particolare sulla valutazione degli interventi di innovazione tecnologica. Per i porti riconquista competenze il ministero delle Infrastrutture (Mims). Spetterà alle Autorità portuali affidare le concessioni in seguito a pubblicazione, anche su istanza di parte, di un avviso pubblico ma il Mims emanerà un decreto con criteri di assegnazione, durata, modalità di rinnovo, limiti dei canoni. Ma non solo: c’è un’alternativa all’affidamento pubblico ed è il ricorso da parte dell’Autorità portuale agli accordi privati previsti dalla legge 241 del ’90. La stessa Autorità è chiamata poi a valutare il rilascio di nuove concessioni, in relazione a possibile abuso di posizione dominante, nel caso di richieste di cumulo presentate dallo stesso operatore nei grandi porti.

Sanità e farmaci

C’è l’accordo anche sull’articolo 13 che riguarda l’accreditamento e il convenzionamento delle cliniche private, con l’integrazione tra i criteri di valutazione anche dei dati che saranno forniti per alimentare il fascicolo sanitario elettronico. Non soddisfa l’industria die farmaci generici la riformulazione sul cosiddetto «patent linkage», che consentirà la rimborsabilità a carico del Servizio sanitario nazionale solo una volta scaduto il brevetto o il certificato di protezione complementare sul principio attivo del farmaco originatore.

Ispezioni dell’Antitrust

Cambia in corsa l’articolo 31 sui poteri istruttori dell’Antitrust che potrà richiedere documenti anche in fase pre-istruttoria ma le imprese avranno un tempo di 60 giorni per fornirli. Si specifica poi che queste richieste non obbligano automaticamente gli imprenditori ad “autoincriminarsi” ammettendo la violazione delle regole Ue sulla concorrenza.

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