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Balneari, stop ai Comuni e proroga al 2025 ma Bruxelles già contesta il nuovo rinvio

Commissione Ue : assicurare la concorrenza. Va avanti la procedura di infrazione

di Carmine Fotina

All’ennesima proroga italiana per le concessioni balneari Bruxelles replica nel giro di poche ore. Ieri, con una dichiarazione di un portavoce all’Ansa, la Commissione europea ha messo in chiaro ancora una volta che l’Italia sta deragliando dai binari della direttiva Bolkestein. «Cogliamo l’occasione per ribadire che il diritto Ue richiede che le norme nazionali» sui servizi «assicurino la parità di trattamento degli operatori, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale» e «proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche». A Bruxelles ricordano come una procedura d’infrazione sia già aperta per il mancato rispetto della direttiva e ulteriori rinvii non migliorino la situazione.

Ricapitolando, con un combinato disposto di tre emendamenti al decreto Milleproroghe - dei relatori Alberto Balboni (FdI) e Dario Damiani (FI), di Forza Italia (prima firmataria Ronzulli) e della Lega (Marti) - le commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato hanno approvato un’ulteriore proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, data che può slittare fino al 31 dicembre 2025 per i Comuni alle prese con un contenzioso in essere o con «difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa». Contemporaneamente è stato prorogato di cinque mesi, da fine febbraio a fine luglio, il termine per l’adozione del «sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici» (tutti e non solo le spiagge), in pratica il passo necessario per una mappatura aggiornata. Si istituisce inoltre un tavolo tecnico presso la presidenza del consiglio sul concetto di «scarsità della risorsa naturale disponibile», a cui il governo vorrebbe agganciare le nuove gare. Ma non basta. Perché, in più, si stabilisce che, fino all’adozione del decreto legislativo che dovrà fissare i principi delle nuove gare, i Comuni non potranno comunque procedere all’emanazione dei bandi di assegnazione. A tutto questo si aggiunge un emendamento specifico, primo firmatario Centinaio, che consente ai concessionari delle spiagge e dei porticcioli turistici di mantenere installate le strutture amovibili fino a tutto il 2023 nelle more di un riordino della materia.

Nel complesso, dunque, il pacchetto del “Milleproroghe” è un significativo indietreggiamento rispetto all’impianto della legge per la concorrenza, in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato che aveva fissato improrogabilmente il termine ultimo al 31 dicembre 2023. La procedura di infrazione appare dunque destinata a marciare. A dicembre 2020 l’Italia aveva ricevuto una lettera di messa in mora che contestava la proroga delle concessioni balneari al 2033 disposta dal primo governo Conte (con la cosiddetta norma Centinaio). Recentemente, Bruxelles ha fatto avanzare la procedura di infrazione nei confronti del Portogallo, inviando un parere motivato che contesta la previsione di punteggi preferenziali nelle gare a favore dei vecchi concessionari .

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