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Superbonus, Nomisma: cessione crediti e sconto necessari per l'efficientamento dello stock esistente

L'ad Dondi: i due strumenti vanno ripensati ma non archiviati. Con il superbonus si è finora intervenuto sul 2% degli edifici, serve strategia nazionale per migliorare anche il 98% degli immobili

di M.Fr.

I meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito applicati agli incentivi edilizi restano strumenti necessari per migliorare l'efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente, sia in attuazione della recente direttiva sulle case green, sia, su un orizzonte più lungo, in coerenza con gli obiettivi di neutralità carbonica. Questo in sintesi il pensiero di Nomisma, che in un recente comunicato - ricco di numeri raccolti ed pubblicati periodicamente nel bollettino "110% monitor" - ha ricordato che non si può eludere il tema della riqualificazione energetica e del contenimento dei consumi ma si deve invece pensare a una strategia nazionale che porti al perseguimento di questi obiettivi. E in questa strategia nazionale, gli strumenti della cessione del credito e dello sconto in fattura non possono mancare, soprattutto considerando la platea di condomini e case di persone a basso reddito.

Nomisma parte ovviamente dalla decisione del governo di bloccare, con il Dl del 16 febbraio, cessione e sconto, e dalle aperture fatte subito dopo a Palazzo Chigi agli operatori dell'edilizia nella serata del 20 febbraio. «La disponibilità dimostrata in queste ore dal Governo dimostra consapevolezza di fronte agli obblighi attesi dalla direttiva Ue sulle case green (entro il 2033 classe minima D) e agli impegni sulla neutralità carbonica (emissioni zero al 2050)», premette Nomisma. «Tuttavia - aggiunge - per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto il profilo reddituale e fiscale, il meccanismo della cessione dei crediti con lo sconto in fattura – che ha rappresentato un importante sblocco del mercato anche in presenza di bonus – sarà insostituibile specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano una quota significativa degli immobili meritevoli di ristrutturazione e opere di efficientamento energetico».

«La strategia dei bonus, e con essa la possibilità di cessione dei crediti - afferma l'amministratore delegato di Nomisma Luca Dondi - non va archiviata ma solo ripensata e per farlo occorrono competenze ed equilibrio. Occorre fare tesoro di un'esperienza straordinaria per definire una politica di rinnovamento che non abbia il fiato corto dell'emergenza». Secondo Nomisma i cantieri finora conclusi sono circa 232mila «e coprirebbero meno del 2% del parco edifici residenziali in Italia». Pertanto, «dopo lo stop del Governo serve una strategia per riqualificare il 98% degli edifici residenziali esclusi dal Superbonus» per proseguire nella strategia di riqualificazione delle abitazioni in attuazione della delibera Ue e in coerenza con l'obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050. Il centro di ricerche bolognese segnala inoltre che in base a una sua indagine di fine 2022, in caso di conferma del provvedimento per il 2023 sarebbero 10,3 milioni le famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all'efficientamento energetico di un immobile di proprietà.

Quanto all'impatto finora avuto dai bonus edilizi, Nomisma fornisce un articolato corredo di dati, a cominciare dalla riduzione di bollette e consumi energetici. Il risparmio medio in bolletta per chi ha beneficiato del superbonus, stima Nomisma, è di 964 euro all'anno, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell'energia, mentre la riduzione totale delle emissioni di Co2 in atmosfera è stimata in 1,42 milioni di tonnellate. L'impatto complessivo sull'economia nazionale viene stimato in 195,2 miliardi (con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto). L'impatto sull'occupazione invece viene misurata in 641mila addetti in più nelle costruzioni e in 351mila addetti in più nei settori collegati alle costruzioni.

La nota di Nomisma

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