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Whistleblowing, l'Italia inadempiente nel recepimento della Direttiva europea

La segnalazione arriva da Giuseppe Busia, Presidente dell'Autorità Anticorruzione

di Daniela Casciola

Il 2022 è iniziato con l'Italia inadempiente nel recepimento della Direttiva Europea 2019/1937 a tutela del whistleblowing, cioè di chi segnala illeciti nel proprio ambiente di lavoro.

Lo ha segnalato Giuseppe Busia, Presidente dell'Autorità Anticorruzione ricordando che «La lotta alla corruzione non ammette cedimenti o che si abbassi la guardia. I whistleblower svolgono un ruolo essenziale nel portare alla luce fatti corruttivi o fondati sospetti di illeciti che possono minacciare l'interesse pubblico. In tutti i paesi che riconoscono questo istituto, le segnalazioni hanno permesso la protezione di interessi comuni fondamentali, nonché il recupero di ingenti risorse pubbliche».

La Direttiva Ue 2019/1937 sulla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione nel settore pubblico e in quello privato include nella definizione di whistleblower anche soggetti al di fuori della tradizionale relazione lavorativa, come consulenti, membri dei consigli direttivi, ex dipendenti e candidati a posizioni lavorative; fornisce protezione anche a coloro che assistono i whistleblower; considera irrilevanti le motivazioni che hanno spinto a segnalare ai fini della garanzia della tutela; permette ai whistleblower di segnalare illeciti direttamente nel luogo di lavoro oppure alle autorità competenti; permette di segnalare utilizzando i media, in alcune circostanze; vieta ogni tipo di ritorsione, incluse minacce o tentativi di ritorsione anche indiretti, e fornisce una lista non esaustiva di esempi; prevede sanzioni per coloro che ostacolano il diritto a segnalare, per coloro che attuano ritorsioni contro i whistleblower e per coloro che non rispettano l'obbligo di mantenere la confidenzialità del segnalante; richiede agli Stati membri di garantire l'accesso a un servizio gratuito, comprensivo e indipendente di assistenza all'interno del settore pubblico; prevede la possibilità di fornire assistenza legale e finanziaria ai whistleblower; introduce l'obbligo di prendere in carico le segnalazioni e di mantenere il whistleblower informato entro un tempo ragionevole.

In Italia la delega per recepirla è scaduta lo scorso agosto. «Come Anac abbiamo contribuito con gli Uffici del Ministero della Giustizia a predisporre un testo, che ritengo fortemente avanzato. Purtroppo è tutto fermo. Non mi risulta che si sia avviato alcun iter per il recepimento - scrive Busia - Sarebbe utile e opportuno inserire direttamente il decreto delegato in uno dei prossimi provvedimenti del governo, anche per evitare la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. Il dispositivo, di fatto, è già pronto».


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