Urbanistica

Efficienza energetica, gli enti locali snobbano i 200 milioni del fondo Kyoto

Arrivate richieste solo per 13 milioni. Il ministero riapre i termini fino al 31 luglio prossimo

di Massimo Frontera

Sui 200 milioni del cosiddetto fondo Kyoto messi a disposizione degli enti locali e delle altre amministrazioni pubbliche (ma anche fondi immobiliari) per mettere in efficienza scuole, strutture sanitarie e impianti sportivi, solo una minima quota è stata richiesta dai potenziali beneficiari. Si legge nell'avviso del ministero della Transizione ecologica sulla riapertura del termine per le richieste, pubblicato sulla Gazzetta del 10 febbraio. Termine che è spirato il 19 dicembre e che un decreto Mite ha riaperto e prorogato fino al 31 luglio di quest'anno.

Le risorse, appunto: l'avviso specifica che le risorse disponibili ammontano a poco più di 187 milioni di euro, sui 200 messi a bando dal Mite. Dunque, sono stati chiesti meno di 13 milioni (esattamente 12.978.707,05 euro) tra il 21 giugno 2021 (giorno di apertura dello "sportello") al 19 dicembre 2021. Peraltro, neanche il fatto che le risorse vengono erogate a sportello, ha indotto gli Enti a muoversi. Un autentico flop, appunto. Difficile che la semplice riapertura dei termini possa far cambiare idea, anche se la proroga è stata sollecitata al governo dalla stessa associazione dei comuni lo scorso 2 dicembre.

Il fondo - gestito da Cdp, che cura anche l'istruttoria delle domande di finanziamento dei progetti - è di tipo rotativo; i soldi presi devono cioè ritornare, con un interesse dimezzato rispetto a quello normalmente richiesto. Non solo. Come chiariscono ministero e Cdp in una risposta alle faq, le risorse del fondo sono cumulabili con altri contributi pubblici, come il conto termico 2.0.

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