Appalti

Poste sblocca il progetto Polis, servizi ai Comuni da 1,1 miliardi

La giornata di celebrazione dei 160 anni celebrata ieri, presente il capo della Stato

di Laura Serafini

Poste Italiane è stata a un passo dal rinunciare al progetto da 1,12 miliardi, di cui 800 milioni finanziati con i fondi del Pnrr, per portare i servizi digitali ai cittadini di 4.764 comuni con meno di 15 mila abitanti. Una prospettiva ventilata all’esecutivo nelle scorse settimane, quando la difficoltà di collaborazione tra le istituzioni coinvolte ne aveva fatto temere l’impraticabilità. La giornata di celebrazione dei 160 anni di operatività di Poste Italiane, nate nel 1862 come Poste Regie, celebrata ieri presso la Nuvola all’Eur alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e di numerosi ministri, è sembrata però l’occasione per sancire il lieto fine alla vicenda e la partenza del progetto Polis. Del resto, a sottolineare l’importanza del piano ha preso la parola a sorpresa lo stesso Mattarella, per ricordare come le Poste siano espressione della cultura e del costume di questo paese, e il progetto Polis, il quale rappresenta «una vicinanza alle persone e ai territori, perché nessuno rimanga indietro, che l’azienda ha confermato negli anni».

Ma in che cosa consiste esattamente il piano all’apparenza innuocuo? In realtà è una vera rivoluzione che cammina in sordina partendo dalle zone più periferiche. I 4.800 uffici postali dovranno essere dotati delle infrastrutture, soprattutto informatiche, per consentire alle Poste di fornire al cittadino 19 servizi, tra i quali la carta d’identità digitale, il passaporto, fino ad arrivare alla cartella clinica. Tutto, però, nelle scorse settimane si era arenato proprio sulla carta d’identità digitale, il vero fulcro per erogare poi tutti gli altri servizi perché custodisce i dati fondamentali del cittadino. Le difficoltà sarebbero nate nell’interlocuzione tra le istituzioni nazionali e locali e coinvolte, come il ministero degli interni o le amministrazione comunali. Un dialogo che sembrava tra sordi e che, dopo mesi, aveva portato il gruppo guidato da Matteo Del Fante vicino a gettare la spugna. Uno sconforto che non stupisce, se si pensa che in una città come Roma per avere la carta d’identità digitale servono 8 mesi.

Polis rappresenta un’evoluzione sistematizzata di servizi che Poste aveva già cominciato a fornire, come quelli legati al permesso di soggiorno che, come ha ricordato ieri Del Fante, prevedono che «il riconoscimento formale e l’accettazione di un non residente vengano fatti nell’ufficio postale». Il progetto è stato presentato dal ministero dell’Economia, azionista di Poste, ai fini dell’accesso ai fondi del Pnrr. Un aspetto cruciale che consegue alla sua attuazione è il vincolo che l’esecutivo assume, e che di fatto fa assumere alla controllata dei recapiti, perché una volta attuato (dunque una volta che sono stati spesi fondi europei per dotare gli uffici postali dei piccoli comuni delle infrastrutture necessarie) non sarà più possibile chiudere i presidi più piccoli presenti nelle comunità più decentrate. E a questo proposito va ricordato che dei 4.800 uffici oggetti del piano, ben 3.500 sono in perdita perché le attività svolte non coprono i costi di funzionamento.

Ieri è stato il ministero per lo Sviluppo economico a ribadire il fatto che il Pnrr «è un’occasione preziosa da cogliere in pieno. Il Mise lavorerà con Poste per concretizzare il progetto Polis, che ho fortemente voluto, per garantire l’accesso ai servizi delle pubbliche amministrazioni in tutta Italia».

Del Fante ieri ha detto ai giornalisti che «il progetto è già partito con l’approvazione del fondo complementare al Pnrr. Abbiamo fatto la convenzione col Mise, sono già partiti i bandi e le gare di appalto per avere il materiale e le infrastrutture che andranno negli uffici postali». Il rischio, par di capire, era quello di dare le commesse ai fornitori e poi ritrovarsi nell’impossibilità di erogare i servizi. Secondo il manager, «aggiungere servizi vuol dire coordinare le diverse amministrazioni che in questo momento sono competenti per i singoli servizi e quindi richiede un lavoro di collegamento istituzionale a monte, informatico – perché poi deve avere dei dati per poter erogare servizi nell’ufficio postale – e quindi sicuramente è un lavoro importante». Alla domanda se le parole di Giorgetti e del presidente Mattarella abbiano rassicurato, l’ad ha risposto: «Sono stati sempre grandi sostenitori di questo progetto, il governo tutto in realtà. Alla fine aver allocato 800 milioni di euro per questo tipo di iniziativa è un segnale tangibile della volontà del governo di andare avanti». All’evento di ieri sono intervenuti anche la presidente di Poste, Maria Bianca Farina e il condirettore generale, Giuseppe Lasco.

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