Il Commento Appalti

Appalti, il nodo del codice scritto dal Consiglio di Stato

Stretta finale in Senato per il Ddl di riforma del codice dei contratti

di Giorgio Santilli

Fra lunedì sera e martedì si chiude la riforma degli appalti in commissione Lavori pubblici del Senato per arrivare nell'Aula di Palazzo Madama mercoledì. Il governo spinge da giorni per accelerare e rispettare la scadenza Pnrr di fine giugno (siamo alla prima lettura). Ci sono sul tavolo sei emendamenti su cui continua il braccio di ferro fra il governo, che vuole blindare il testo, e la maggioranza che cerca correzioni migliorative da intestarsi. A mediare è il ministro delle Infrastrutture Giovannini, convinto che qualche ulteriore limatura può consentire di chiudere con il sì di tutta la maggioranza. I temi più rilevanti sono l'emendamento Margiotta (Pd) sull'obbligo della revisione prezzi, la proposta Faggi (Lega) che punta a creare più spazi per micro e piccole imprese, l'emendamento Mallegni (FI) che vieta il sorteggio per scegliere le imprese da invitare alle procedure negoziate, la proposta Di Girolamo (M5s) uguale ad altre di Lega e Pd per eliminare il massimo ribasso.

C'è poi l'emendamento Fede (M5s), sostenuto dalla Lega: l'asse gialloverde vuole eliminare la parte del comma 4 (art. 1) che richiama la facoltà per il governo (già prevista dall'art. 14 del TU sul Consiglio di Stato, regio decreto 1054/1924) di affidare la redazione del nuovo codice appalti al Consiglio di Stato.Vista la delicatezza politica della norma - Draghi ha già detto pubblicamente di aver affidato al Consiglio di Stato l'incarico di redigere il nuovo codice appalti - ci si attendeva un passo indietro dei presentatori. È invece il relatore del provvedimento al Senato, Andrea Cioffi (M5s), a confermare l'intenzione di andare avanti.

«La Costituzione - dice Cioffi - è chiara in merito a chi abbia il potere legislativo (Parlamento) e chi quello esecutivo (Governo). È vero che una norma del 1924, secondo anno dell'era fascista, prevede che il Consiglio di Stato possa, su commessa del governo, scrivere proposte di legge e regolamenti. Ma, a mia memoria, mai si era arrivati a una vera e propria delega, come è in questo caso nell'intento del governo. L'impressione, su questo punto specifico, è che il governo si voglia deresponsabilizzare in una materia delicata come quella dei contratti pubblici, non svolgendo appieno il suo ruolo: noi questo vorremmo evitarlo. Il Consiglio di Stato deve mantenere la sua terzietà, e l'esecutivo non deve rifuggire dal suo ruolo».

Cioffi segnala anche le correzioni migliorative apportate dalla commissione, d'intesa con il Mims: divieto di accorpamento artificioso dei lotti e la loro suddivisione per favorire le Pmi; formazione per stazioni appaltanti e centrali di committenza; attenzione all'adeguatezza dell'attrezzatura tecnica e dell'organico nella revisione del sistema di qualificazione degli operatori economici; obbligatorietà dei Cam, con un periodo transitorio; obbligo di revisione prezzi; maggiori tutele per i lavoratori in subappalto; piena funzionalità di banca dati e fascicolo virtuale; semplificazione dei pagamenti.