Amministratori

Banda larga, a solo tre Regioni metà dei fondi per i voucher Pmi

Sicilia, Campania e Puglia al 52%. La quota Sud rischia di non incrociare la domanda

di Carmine Fotina

Dalle 12 di ieri le micro, piccole e medie imprese possono fare richiesta del nuovo voucher per la connessione a banda ultralarga: da 300 a 2.500 euro in base alla prestazione. L’annuncio del ministero dello Sviluppo economico è arrivato dopo un estenuante negoziato con la Commissione europea per dare il via a una misura che ha la sua base giuridica in una delibera Cipe che risale addirittura all’agosto del 2017. Il governo stima che potranno beneficiare della misura tra 850mila e 1,4 milioni di aziende, in base all’entità dei singoli voucher che verranno riconosciuti. Ma la corsa agli incentivi, fino all’esaurimento dei 589,5 milioni disponibili, non sarà uguale per tutti. In alcune Regioni ci sarà probabilmente ampia disponibilità di risorse, fino a rischiare un assorbimento solo parziale, in altre al contrario c’è da aspettarsi un eccesso di domanda con molte aziende che rimarranno al palo. È l’effetto della copertura individuata originariamente dal legislatore e quindi dei criteri di ripartizione, visto che si impiega il Fondo sviluppo e coesione che per legge va assegnato per l’80% alle Regioni del Mezzogiorno. Così Sicilia e Campania, da sole, sono destinatarie di ben il 38% delle risorse (rispettivamente 117,3 e 106,7 milioni). Aggiungendo la Puglia (83,7 milioni) si arriva al 52 per cento. Regioni a più elevata vocazione manifatturiera, e dove quindi ci si può attendere un livello più alto di domande, come Lombardia e Veneto, sono molto più indietro nella graduatoria rispettivamente con 20,6 (3,5%) e 14 milioni (2,3%), meno di Abruzzo (28 milioni) e Basilicata (22,2 milioni). Al quarto posto c’è la Sardegna (51 milioni), a seguire la Calabria (43 milioni).

Considerata la limitata disponibilità di risorse, rispetto al fabbisogno complessivo, in alcune regioni l’accesso alla misura potrà essere limitato a una parte del territorio, ad esempio dando priorità alle imprese situate in comuni montani o nelle aree interne in cui è maggiore il divario di connettività. L’Emilia-Romagna ha già intenzione di procedere con una lista di comuni prioritari per i primi 3 mesi.

Lo squilibrio dei fondi può incidere sul successo dell’operazione. E il timore è replicare quanto accaduto con il voucher per le famiglie con Isee fino a 20mila euro, utilizzato solo per poco più della metà dei 200 milioni originariamente stanziati. Comunque tutti i principali operatori hanno già comunicato l’adesione alla nuova tornata di incentivi, che richiede però la finalizzazione di un’apposita convenzione con Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo, guidata da Marco Bellezza, che gestisce la misura. Il dettagliato manuale tecnico pubblicato da Infratel ricapitola le caratteristiche che devono avere le connessioni offerte dagli operatori, di velocità pari ad almeno 30 megabit al secondo, sempre in presenza di un “salto di prestazione” e qualsiasi sia la tecnologia di rete adottata, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica.

I contratti dovranno avere una durata di 18 mesi per i voucher di importo di 300 e 500 euro e di 24 mesi per quelli di 2.500 euro (di cui 500 per costi di rilegamento) riservati alle connessioni con velocità superiori a 1 gigabit per secondo. Per i contributi da 500 e 2.500 è anche previsto un livello di banda minima garantita, rispettivamente di almeno 30 e almeno 100 megabit per secondo. Le imprese interessate dovranno indicare all’operatore tlc prescelto il codice Ateco di appartenenza e la dimensione, dichiarando inoltre di non eccedere i limiti previsti per gli aiuti “de minimis”. Ciascun beneficiario potrà ricevere un solo voucher, anche nel caso di più sedi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©