Appalti

Appalti, Mariotti (Confindustria): Ddl tassello decisivo per l'efficienza

Sul metodo per il direttore generale c’è una preoccupazione: il doppio regime cui saranno sottoposte le stazioni appaltanti almeno per i prossimi tre anni

di Nicoletta Picchio

Gli obiettivi di semplificazione, razionalizzazione e digitalizzazione del disegno di legge delega «possono realmente contribuire a restituire efficienza ed efficacia al settore degli appalti pubblici». Il provvedimento «è un tassello fondamentale» di un percorso necessario di graduale adeguamento del nostro paese all'efficienza amministrativa dei paesi competitors. Francesca Mariotti, direttore generale di Confindustria, ha esposto ai senatori della Commissione lavori pubblici la posizione del mondo delle imprese sul Ddl delega in materia di contratti pubblici. Occorre arrivare ad un apparato normativo e regolatorio «il più possibile semplice, chiaro, flessibile e stabile», ha detto Mariotti, «affidando prevalentemente ad altre norme la lotta alle infiltrazioni criminali e alla corruzione». Serve intervenire per dare stabilità, dopo le numerose riforme del passato, «creare le condizioni per una maggiore capacità di spesa delle risorse pubbliche, puntare ad una forte riduzione degli oneri economici e amministrativi che gravano sulle imprese», rendendo i processi più digitali.

Sul metodo per il direttore generale di Confindustria c’è una preoccupazione: il doppio regime cui saranno sottoposte le stazioni appaltanti almeno per i prossimi tre anni. Per le opere legate al Pnrr sarà utilizzato il regime semplificato previsto dal Dl 77/21; per quelle non Pnrr o realizzate dopo «sarà utilizzato il Codice dei contratti pubblici, poi modificato dai decreti legislativi attuativi della presente delega». Sono necessarie norme transitorie sulla gestione differenziata temporanea e sul ritorno all'unicità regolatoria post Pnrr «che però non si intravedono nel disegno di legge».

La delega secondo Mariotti andrebbe rafforzata sui punti della riduzione del numero delle stazioni appaltanti e la loro qualificazione; bene le procedure semplificate per gli investimenti in tecnologie verdi e digitali ma «il ricorso agli appalti pubblici di innovazione dovrebbe diventare sistematico e strutturato»: bisogna rendere certi i tempi di svolgimento delle gare e vanno estese le forme di partenariato pubblico-privato. Per la Dg di Confindustria nella delega potrebbero essere inseriti altri principi: un intervento sui nodi strutturali che sono a monte della gara; una revisione dei prezzi contrattuali; maggiore trasparenza dell'azione amministrativa e concorrenza tra gli operatori.

Tra le maggiori criticità del provvedimento Mariotti ha evidenziato i prezzi fissati dalle stazioni appaltanti nei settori soggetti ai Criteri ambientali minimi, che non tengono conto degli efficientamenti in sostenibilità ambientale fatti dalle aziende.

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