Amministratori

I sindaci chiedono il raddoppio degli aiuti per il caro-bollette

I fondi passano dai 7 miliardi del 2020 e dai 4 del 2021 a 350 milioni per quest’anno

di Gianni Trovati

L’emergenza per i conti locali non è finita. E senza un «raddoppio dei contributi relativi agli oneri energetici» si rischia di far saltare i bilanci dei Comuni ma anche «quel clima di fiducia tra le istituzioni del Paese, fattore essenziale per fronteggiare la pandemia e ora anche per i complessi compiti connessi all'attuazione del Pnrr».

I sindaci utilizzano l’audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato per condire i numeri del caro energia e del colpo sui bilanci con una questione politica: fin qui, dicono in pratica per bocca del responsabile della Finanza locale dell’Anci Alessandro Canelli (sindaco di Novara), i rapporti con il governo centrale sono stati ottimi e hanno permesso di marciare insieme. Ma se il prossimo decreto energia non rimetterà mano alla curva in picchiata degli aiuti l’alleanza rischia di incepparsi. Con tutte le conseguenze del caso. Un allarme che in serata spinge il ministro dell’Economia Franco ad assicurare che gli enti locali entreranno nel provvedimento in arrivo (articolo sopra): forse anche con la proroga al 31 maggio dei termini per il rendiconto.

L’audizione arriva dopo settimane in cui la tensione fra i sindaci e il ministero dell’Economia è cresciuta sottotraccia. Il passaggio brusco dalla generosità estrema degli aiuti Covid al contagocce utilizzato fin qui per le bollette ha creato anche qualche paradosso: molti enti hanno residui non spesi del «fondone pandemico», che però non possono essere utilizzati per l’emergenza bollette. E in tanti hanno visto crescere fra 2020 e 2021 gli «avanzi di bilancio»: ma anche quelli sono vincolati dalle norme ordinarie che non prevedono lo shock energetico fra le possibili destinazioni.

In assenza di norme su misura, dalla Ragioneria è arrivato un doppio stop alle richieste di dirottare quelle risorse sulla nuova emergenza. E da lì è partito l’allarme lanciato dagli assessori al bilancio delle grandi città (NT+Enti locali & edilizia di ieri) e sottolineato dal sindaco di Milano Sala. «La situazione rimane grave per i centri grandi, medi e piccoli», sostiene il presidente dell’Anci Antonio Decaro, ricordando anche l’aumento di spesa per l’accoglienza dei profughi e il crollo che continua sull’imposta di soggiorno.

Il rischio è anche che gli enti locali arrivino con il fiato corto dopo aver anticipato il Pnrr nella ripresa degli investimenti. Nel 2021 la spesa in conto capitale è aumentata di un altro 15%, portando a un +47% il confronto con il 2017. Ma la corsa vera e propria per il Pnrr deve iniziare ora.

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