Appalti

Acqua, ok (tre anni dopo la legge) al fondo di garanzia per le opere idriche

di A.A.

Intesa in Conferenza Unificata sul Fondo di garanzia per il potenziamento delle infrastrutture idriche, previsto dal “collegato ambientale del 2015 (articolo 58 comma 2 legge 28 dicembre 2015 n. 221) ma finora mai attuato.
Un comunicato del ministero delle Infrastrutture, che ha ripreso la bozza Delrio di fine 2017 e l’ha inviata all’Arera per il parere nell’autunno scorso e ora alla Conferenza Stato-Regioni-Città, ne rivendica il successo.

«Arriva la garanzia statale sugli investimenti per il potenziamento delle infrastrutture idriche, comprese fognature e reti di depurazione», scrive il Mit. «Dopo tre anni di attese, infatti, grazie all'interessamento del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, sta per essere approvato definitivamente il decreto che istituisce l'apposito Fondo di garanzia».

Sul testo, proposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con i Ministeri dello Sviluppo Economico, dell'Economia e dell'Ambiente e l'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (Arera), è stata incassata il 24 gennaio l'intesa in Conferenza Unificata. Il provvedimento verrà ora formalizzato con un Dpcm.

Il Fondo di garanzia che viene istituito è finalizzato a intervenire a supporto di nuovi investimenti da parte dei gestori del settore idrico. Godrà infatti di garanzia statale di ultima istanza, e dovrebbe consentire più facili finanziamenti bancari ai soggetti pubblici e privati gestori delle reti idriche.
Oltre alle infrastrutture del servizio idrico integrato, quali acquedotti o impianti fognari e di depurazione, il Fondo di garanzia porterà evidenti benefici anche agli investimenti riguardanti le dighe, con priorità per quelle destinate all'uso potabile e plurimo, e agli interventi previsti dal Piano nazionale nel settore idrico di prossima adozione.

Arera definirà le modalità di accesso al Fondo e, insieme ai Ministeri coinvolti nel processo, valuterà il rischio delle proposte da ammettere al beneficio del credito.

«L'intesa raggiunta oggi - scrive il Mit - è un esempio di grande responsabilità da parte di tutti i livelli di governo del territorio, dai Comuni alle Regioni, dalle Province alle amministrazioni dello Stato, nel dare una prima risposta a un problema concreto che riguarda l'acqua, la più importante risorsa naturale di cui oggi disponiamo».

Per la piena operatività servono ora il Dpcm firmato da Conte e provvedimenti atttuativi dell’Autorità Energia e Acqua.
Il Dpcm definisce gli interventi prioritari, i criteri e le modalità di utilizzazione del Fondo.

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