Fisco e contabilità

Catasto, ultimatum del Mef: «Con il no cade il governo»

Oggi l’ultima mediazione su un testo di Fi. Resta l’alt della Lega alla revisione «statistica» dei valori

di Barbara Fiammeri e Gianni Trovati

Mentre l’Europa è travolta dai bombardamenti russi sulle città dell’Ucraina il governo italiano traballa sulla riforma del catasto. O meglio: sulla «modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale», per di più da non utilizzare «per la determinazione della base imponibile dei tributi». Ma lo scontro è forte, reale. Già la sera precedente era andato in scena durante la riunione in commissione Finanze della Camera. La Lega vuole lo stralcio, la cancellazione dell’articolo 6 dalla delega sulla riforma fiscale. La sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra in commissione Finanze ribadisce però che si tratta per il Governo di una norma «dirimente». E a chi gli chiede cosa intenda, risponde netta: «Se l’articolo 6 non è approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo». «Aut aut gravissimo», ribattono i leghisti, a cui si accodano anche i Cinquestelle e naturalmente l’opposizione di Fratelli d’Italia. Si conoscerà oggi l’esito finale di un complicatissimo lavoro di mediazione che da settimane viene portato avanti dal presidente della commissione Finanze, Luigi Marattin (Iv) e che ora poggia su un nuovo testo elaborato da Forza Italia.

Da Palazzo Chigi si ribadisce che per Mario Draghi la «mappatura» degli immobili non può essere messa in discussione ma si resta «naturalmente aperti» a proposte migliorative. Quello che Draghi è disposto a concedere è un’ulteriore “assicurazione” che non ci sarà alcun aumento delle imposte sulla casa, come peraltro aveva già anticipato in occasione della presentazione del ddl dopo il Consiglio dei ministri di metà ottobre a cui i leghisti non parteciparono per manifestare la loro contrarietà. Il nuovo testo a cui si sta lavorando fa passare la revisione dei valori catastali da un accordo con gli enti locali in Conferenza Unificata, rafforza le garanzie sul fatto che le modifiche non dovranno incidere né sulle tasse sul mattone né sulla determinazione dell’Isee e prevede che i risultati dei ricalcoli siano dettagliati in una relazione sottoposta al parere di Camera e Senato. Basterà? «Lavoriamo a un testo di sintesi», dice il forzista Sestino Giacomoni. Dal Governo per ora non ci sono ancora riscontri e neppure dalla Lega dove a vigilare c’è anche il ministro Massimo Garavaglia. Più di qualcuno non esclude che il Carroccio - come già avvenuto in Cdm - alla fine in Commissione dia forfait, lasciando ai forzisti il cerino di decidere se spaccare il centrodestra o far saltare il Governo.

«Litigare per le tasse sulla casa mi sembra ora del tutto fuori luogo», chiosa in serata Matteo Salvini. Oggi lo show down. Alla base del «no» leghista c’è una sfiducia decisa sull’obiettivo “statistico” della riforma. Draghi però è stato molto chiaro. Ai partiti della maggioranza ha detto apertamente che è a Palazzo Chigi per portare avanti le riforme: Fisco, Concorrenza e Appalti sono le priorità sulle quali non intende accettare «compromessi al ribasso». Ma la tensione in Parlamento è in aumento. Tant’è che proprio mentre alla Camera andava in scena lo scontro sul Catasto, al Senato Lega e M5s in commissione Lavori pubblici hanno ingaggiato una battaglia contro la norma che attribuisce al Consiglio di Stato il compito di redigere il nuovo Codice degli Appalti, rilanciata dallo stesso Draghi in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario del massimo organo della giustizia amministrativa. A peggiorare ulteriormente il clima, il pollice verso del Governo su buona parte degli emendamenti della maggioranza, compreso quello del Pd sulla revisione prezzi. È impossibile non notare la distanza che separa la battaglia di Montecitorio da quelle di Kiev o di Kharkiv. Ma è altrettanto difficile non vedere il segnale chiarissimo lanciato da Palazzo Chigi: il tempo dei distinguo si è esaurito. Se oggi sul Catasto non ci sarà la fumata bianca ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.

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