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Rfi, i prezzari aggiornati 2022 assorbono i rincari di materiali

Da una prima analisi l'aggiornamento dei listini arriva per l'acciaio ad aumenti del 40 per cento

di Giorgio Santilli

Arriva la svolta di Rete ferroviaria italiana (Rfi) per riconoscere i rincari dei materiali agli appaltatori. La società del gruppo Fs guidata da Vera Fiorani, che è la maggiore stazione appaltante italiana, ha pubblicato sul suo sito l'aggiornamento per il 2022 (deciso nei giorni scorsi) dei prezzari per le opere ferroviarie: da una prima analisi emerge che vengono riconosciuti forti aumenti dei prezzi per quei materiali, come l'acciaio e il calcestruzzo, che in questi mesi hanno subito aumenti fortissimi. Solo un'analisi attenta delle migliaia di voci del listino potrà dire con esattezza quali sono gli aumenti complessivi riconosciuti, ma qualche esempio aiuta a capire che stavolta l'adeguamento è stato effettivamente consistente. Una delle voci più significative che può essere portata ad esempio è l'acciaio «in barre ad aderenza migliorata, per strutture in conglomerato cementizio armato, del tipo B 450 C»: nel listino 2021 la tariffa complessiva riconosciuta (compresa la manodopera per la posa in opera) era di un euro al chilogrammo; nel listino sale a 1,38 euro al chilogrammo, con un aumento quindi del 38%. Se si scorpora la manodopera (che ha due quote differenti per i due anni) e si tiene conto della sola materia prima, l'aumento arriva al 50 per cento.

In una nota Rete ferroviaria italiana precisa che «l'emissione delle nuove tariffe sarà immediatamente vincolante per tutte le gare non ancora bandite, rendendo gli importi a base gara coerenti con i nuovi valori di mercato dei materiali, così da garantire la sostenibilità per gli operatori economici chiamati a formulare le proprie offerte». Sono quindi tagliate fuori, come era ovvio, le gare già bandite e in corso di aggiudicazione in queste settimane che hanno creato fortissime tensioni con le associazioni dei costruttori. Inoltre, Rfi chiarisce che «l'aggiornamento delle tariffe tiene conto anche dell'aumento dei costi energetici associati alla conduzione dei cantieri». Più in generale la società del gruppo Fs sostiene di essersi «immediatamente attivata» per adeguare le proprie tariffe e ricorda che «le variazioni rilevanti» dei materiali da costruzione più significativi «sono state recentemente riconosciute anche in alcuni decreti del Ministero delle Infrastrutture e a mobilità sostenibili».

Un primo riconoscimento al deciso passo avanti di Rfi, dopo mesi di tensione proprio per il mancato aggiornamento dei listini e per la messa in gara di opere sottocosto (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), è arrivato ieri dall'Ance. «A una prima lettura - dice il presidente Gabriele Buia - dobbiamo prendere atto della risposta positiva del ministro Giovannini e della dirigenza Fs: con questo aggiornamento dimostrano che il loro interesse primario è effettivamente realizzare le opere del Pnrr. Registriamo aumenti medi dell'ordine del 15-20% sui materiali più sotto tensione, che consentono di riallineare i costi alla realtà per quelle imprese che nelle gare giocano puntando sulla qualità dei progetti e non sul massimo ribasso».Per il presidente dell'Ance a questo passo ne devono seguire subito altri: «Anzitutto - dice Buia - devono adeguare i prezzari anche le altre stazioni appaltanti come Anas, Regioni, enti territoriali. Il passaggio successivo sarà poi quello di decidere come mettere in salvaguardia le opere già in corso oggi che non hanno copertura per il 2022».

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