Fisco e contabilità

Strategia dell'efficientamento energetico a supporto degli equilibri di bilancio

Per valutare correttamente i benefici delle azioni da intraprendere, occorre che l'ente definisca una policy dell'efficienza

di Daniela Ghiandoni ed Alessio Menna (*)

L'analisi sugli equilibri finanziari e la presentazione del nuovo Documento Unico di programmazione sono due contestuali adempimenti consiliari che quest'anno saranno certamente caratterizzati dalla grave crisi energetica.

Le informazioni di natura finanziaria e organizzativa che saranno poste all'attenzione dei consiglieri, nell'ambito dell'analisi dell'attuale situazione del bilancio, dovrebbero ricomprendere anche le possibili strategie energetiche in grado di incidere sui futuri equilibri finanziari e sulla «catena del valore pubblico» a cui l'ente locale deve tendere.

Già il Dlgs 102/2014, in applicazione di specifiche Direttive europee, aveva attribuito un «ruolo guida» all'amministrazione pubblica, imponendo, da una parte, agli enti statali di realizzare interventi di riqualificazione energetica del proprio patrimonio immobiliare pari ad almeno il 3% annuo della superficie totale coperta e, dall'altra, a Regioni ed enti locali di varare programmi e azioni, per conformarsi ai target di efficientamento richiesti alla Pa centrale.

IL Pnrr ha poi certamente avuto il merito di aver acceso i riflettori sulla capacità degli enti di monitorare e migliorare l'efficienza e l'economicità dei propri servizi, intese come la capacità di erogare i servizi utilizzando la minima quantità di risorse e ha, nel contempo, stimolato la ricerca di soluzioni innovative in grado di ridurre il costo dei consumi energetici mettendo a disposizione cospicui finanziamenti.

Per valutare correttamente i benefici delle azioni da intraprendere, occorre che l'ente definisca una policy dell'efficienza, appropriata alla natura e alla scala degli asset da gestire dal punto di vista energetico, individuando la "Baseline" dei consumi storici per centro di costo e formulando un Piano dettagliato che contenga:
1) l'elenco dei propri asset con l'indicazione dei consumi energetici, l'eventuale ottenimento di corrispondenti ricavi, intesi in termine di benefici attribuibili a quel determinato centro di costo;
2) il programma di azione specifico per ogni singolo asset, con l'indicazione della modalità di ottenimento dei risparmi e la loro rilevazione;
3) gli obiettivi strategici e operativi da raggiungere;
4) le modalità di verifica della qualità degli interventi e la misurazione dei risultati.

La strategia del miglioramento continuo richiederà poi di apportare eventuali modifiche o integrazioni durante il monitoraggio delle attività, che potrebbero richiedere anche una copertura finanziaria con risorse straordinarie, da reperirsi anche con il Pnrr o con la strategia europea 2021/2027.

Il nuovo Dup potrebbe quindi prevedere, al suo interno, una sorta di «Sistema di Gestione dell'Efficienza» in grado di evidenziare l'impegno dell'ente locale ad effettuare una serie di controlli puntuali e sistematici delle determinanti di consumo da definirsi in strategie, obiettivi annuali e pluriennali, che condizioneranno non solo gli equilibri di bilancio futuri ma anche il Piano della performance dell'ente locale, che risulterà utile agli enti anche per adempiere all'obbligo normativo del Controllo di gestione volto a supportare le scelte decisionali nel contenimento delle spese e nell'efficientamento dell'ente.

(*) A cura dell'Ardel

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