Appalti

Corsia veloce e blindata per otto maxi opere, cambia il subappalto

Sì del Cdm al Dl semplificazioni. Passaggio decisivo per il Recovery e per aspetti sociali, equità, ambiente

di Barbara Fiammeri e Giorgio Santilli

Sì del Cdm al Dl semplificazioni. Passaggio decisivo per il Recovery e per aspetti sociali, equità, ambiente. Dimezzati i tempi per la Valutazione d'impatto ambientale, da 360 a 175 giorni. Per il subappalto tetto al 50%Via libera dal Cdm di ieri sera al primo pilastro del Recovery Plan, il decreto che tiene insieme semplificazioni e governance del Pnrr. Nella giornata di ieri è stato sciolto l'ultimo nodo relativo al subappalto, con una modifica che innalza subito il tetto al 50% e poi lo riforma nella chiave di liberalizzazione che piace a Bruxelles ma lasciando alle stazioni appaltanti la possibilità di imporre limitazioni a tutela del lavoro e della legalità. Forti poteri sostitutivi al premier sul lato della governance (si veda l'articolo nella pagina 3), dimezzamento dei tempi per la valutazione di impatto ambientale da 360 a 175 giorni, una corsia ultraveloce e blindata per otto grandi opere che valgono circa 20 miliardi (ma il numero è destinato a crescere), la semplificazione radicale del Superbonus.

Mario Draghi è soddisfatto. Non solo perché l'approvazione di questo decreto rappresenta un passaggio decisivo per l'attuazione del Recovery (e l'arrivo della prima tranche di risorse in estate) ma anche - è la riflessione del premier - per gli aspetti sociali e i profili di equità e di rispetto dell'ambiente che contiene. Draghi come al solito ha condotto personalmente la gestione delle fasi più delicate, attivando quel metodo consensuale di cui una tappa importante è stato l'incontro con i sindacati di giovedì. Di qui il risultato «ampiamente condiviso» come confermano anche le dichiarazioni delle forze di maggioranza oltre che dei singoli ministri.L'ala sinistra, Pd e Leu, rivendicano assieme a M5s il testo definitivo che ha cancellato il massimo ribasso nonché le norme "ambientaliste", mentre a destra la Lega esulta per l'accelerazione imposta dalla nuova versione del silenzio assenso e Forza Italia, con Brunetta e Gelmini, è soddisfatta per il profondo rinnovamento della Pubblica amministrazione e anche per l'apporto fondamentale delle Regioni all'attuazione del Pnrr.

Alla fine la riforma del subappalto è entrata nel Dl, sia pure a decorrere dal 1° novembre 2021. Ha prevalso il fatto che nella sostanza la riforma era stata già concordata con Bruxelles per superare anche le sentenze di condanna della Corte di giustizia Ue. Fino al 31 ottobre resta il tetto per legge e per tutti ma viene innalzato dal 40% al 50%. Dal 1° novembre torna la norma già presente nelle prime bozze del decreto che consente alla stazione appaltante di prevedere nel bando per alcune lavorazioni il divieto di subappalto o, come è scritto nella nuova versione, l'obbligo di esecuzione ad opera dell'aggiudicatario. Questo si potrà fare «tenuto conto della natura o della complessità delle prestazioni o delle lavorazioni da effettuare», per «rafforzare il controllo delle condizioni di lavoro e di salute e sicurezza dei lavoratori» o per «prevenire le infiltrazioni criminali», a meno che i subappaltatori non siano iscritti nelle white list.

Notevole il disboscamento di norme, l'uso del silenzio assenso e dei poteri sostitutivi per decidere, anche nel caso della valutazione di impatto ambientale. Per la Via resta anche la commissione speciale di 40 membri che dovrà fare la valutazione dei progetti del Pnrr e del Pniec. Notevoli le semplificazioni per gli interventi ambientali cui fanno riferimento il premier e lo steso Brunetta.Un po' sotto silenzio è passata finora un'altra innovazione esplosiva contenuta all'articolo 45 del decreto: una corsia ultraveloce e blindatissima per un numero ristretto di grandi opere complesse (si veda l'elenco in basso). È probabile che in Parlamento si proporrà di ampliare questo elenco (come è stato per i commissari) e che questa diventi una modalità di realizzazione più diffusa delle opere. I tempi dei vari passaggi previsti da questa procedura speciale - dalla valutazione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, al parere paesaggistico preventivo alla conferenza di servizi semplificata - sono tutti strettamente contingentati, per evitare l'inerzia burocratica. Ridotti al minimo anche i cosiddetti «tempi di attraversamento» da un'amministrazione all'altra e diversi pareri sono messi in parallelo e non in sequenza.

Diversi soggetti dovrebbero garantire l'esito finale nel rispetto dei tempi. Spicca in particolare il ruolo centrale di un nuovo «comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici», voluto dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. A questo comitato spetta di intervenire a più riprese in caso di dissensi, anche in deroga alle leggi, e comunque per individuare «le eventuali integrazioni e modifiche al progetto». Infine, in questa procedura speciale, è sempre possibile al Presidente del Consiglio, su proposta della segreteria tecnica del Pnrr installata a Palazzo Chigi, di portare la questione all'esame del Consiglio dei ministri e superare qualunque forma di dissenso o di inerzia o di diniego che fermano la realizzazione del progetto. Entro novanta giorni dalla decisione del Cdm, la stazione appaltante deve poi affidare l'opera e anche in questo caso il presidente del Consiglio, in caso di inerzia, può esercitare i poteri sostitutivi.

Le otto grandi opere con corsia veloce
1 Realizzazione asse AV/AC Palermo-Catania-Messina;
2 Potenziamento Linea ferroviaria Verona-Brennero (opere di adduzione);
3 Realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Salerno-Reggio Calabria;
4 Realizzazione del collegamento con la linea ferroviaria con caratteristiche di alta velocità Battipaglia-Potenza-Taranto;
5 Realizzazione delle opere di derivazione della Diga di Campolattaro (Campania);
6 Messa in sicurezza e ammodernamento del sistema idrico del Peschiera (Lazio);
7 Interventi di potenziamento delle infrastrutture del Porto di Trieste (progetto Adriagateway);
8 Realizzazione della Diga foranea di Genova

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