Urbanistica

Ponte sullo Stretto: Giovannini porta il nuovo progetto in Cdm (e dà l'addio al vecchio)

Molti in Parlamento chiederanno di finanziare il Ponte

di Giorgio Santilli

Non è un passaggio scontato l'annuncio dato ieri dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, di aver avviato la procedura per affidare il nuovo progetto di fattibilità tecnico economica (Pfte) del collegamento sullo Stretto di Messina. Non lo è anche se dà seguito alla proposta della commissione tecnica coordinata da Giuseppe Catalano (di aprile) e agli annunci fatti dallo stesso ministro in Parlamento. Non è scontato per tre ragioni. La prima è che la decisione arriva dopo mesi di ulteriore riflessione in cui sono stati pesati i rischi di contenziosi da parte delle imprese impegnate nel vecchio progetto del ponte a una campata. Quella soluzione rientrerà fra le alternative valutate con il Pfte, ma il rapporto della commissione tecnica diceva già che quella soluzione oggi non è competitiva. Certamente si entra in una fase nuova.

La seconda ragione è che Giovannini ha voluto segnare la decisione con una informativa in Cdm. Ha voluto una copertura politica del governo e del presidente del Consiglio Draghi a una decisione non scontata. La terza ragione è che molti in Parlamento chiederanno il finanziamento del Ponte. Il ministro stoppa la richiesta e previene l'accusa di boicottare l'opera appellandosi a un percorso razionale che passa per il Pfte. Della tensione politica si è fatta portavoce la presidente della commissione Trasporti della Camera, Raffaella Paita (Iv): ha definito «buona notizia» l'annuncio di Giovannini ma ha contestato che il Pfte valuti l'opzione zero, cioè l'ipotesi di non fare il Ponte. Spetterà a Giovannini dire se è una scelta dettata dalla manualistica del Pfte o dal «tentativo di far rientrare dalla finestra ciò che la commissione tecnica aveva escluso».

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