Appalti

Appalti, innammissibile l'emendamento del governo sulle «quote rosa»

Bocciata per estraneità di materia la correzione al Dl Pa che puntava a premiare le imprese con certificazione di parità di genere. Ciriani: modifiche ripresentate a un provvedimento più idoneo

di Mauro Salerno

È inammissibile l'emendamento del governo, presentato al decreto sulla Pa, che mira a promuovere la parità di genere nel settore degli appalti pubblici. Nella seduta delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera di stamani i presidenti, Nazario Pagano (Fi) e Walter Rizzetto (Fdi), hanno annunciato gli emendamenti dichiarati inammissibili per estraneità di materia. Tra questi - in tutto 25 sui complessivi 580 - vi è appunto questo del governo. L'esecutivo aveva approvato questo emendamento nel consiglio dei ministri l'11 maggio, insieme ad un secondo che sblocca 660 milioni per le residenze universitarie.

L'emendamento del governo puntava a confermare anche nell'ambito della nuova disciplina del nuovo codice appalti (Dlgs n. 36 del 2023) in vigore dal prossimo 1° luglio, il riconoscimento di premialità in favore delle imprese che adottano politiche tese al raggiungimento delle parità di genere comprovata dal possesso della relativa certificazione rilasciata ai sensi dell'articolo 46 bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna.

In particolare l'emendamento afferma che «al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese per l'adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere di cui all'articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198».

Dopo la dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento sul codice appalti, il governo ha deciso di ritirare l'emendamento che sbloccava 660 milioni per gli alloggi degli studenti, presentato al Dl Pa insieme alla modifica sulla parità di genere.

Dal governo arrivano però voci rassicuranti sul destino delle due norme approvate in Consiglio di ministri, con dichiarazioni mirate anche a spegnere le prevedibili polemiche politiche. «L'emendamento del governo che mira a promuovere la parità di genere negli appalti pubblici e quello sulle residenze universitarie - scrive in una nota il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani - sono stati già presentati ieri sera alle commissioni prima e quinta della Camera a cui è stato assegnato il decreto-legge n. 51/2023 che è stato ritenuto il veicolo normativo più idoneo ad ospitarli per omogeneità di materia. Si tratta di una mera questione tecnica, senza nessun risvolto politico». Dunque gli emendamenti restano in vita, ma a correzione del decreto legge omnibus su fondazioni liriche e Inps e sull'amministrazione degli enti pubbblici , sempre in discussione alla Camera .

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