Fisco e contabilità

Mef: ok ai 45 obiettivi Pnrr - Richiesta la seconda tranche da 21 miliardi

Brunetta: «Il nostro Paese si conferma tra gli Stati Ue più avanti nell’attuazione»

di Claudio Tucci

L’Italia ha raggiunto tutti e 45 gli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza entro il primo semestre dell’anno; e il ministero dell’Economia ha inviato alla commissione Ue la richiesta relativa al pagamento della seconda rata dei fondi del Pnrr pari a 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di contributi a fondo perduto e i restanti 12,6 miliardi di prestiti. L’importo effettivo che arriverà al nostro Paese, ha fatto sapere sempre ieri, con un comunicato, il ministero guidato da Daniele Franco, è pari a 21 miliardi (suddivisi fra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti), al netto di una quota che la commissione Ue trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13% del pre-finanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall’Italia.

La commissione europea valuterà ora la richiesta sulla base dell’iter previsto dai regolamenti comunitari (due mesi di tempo), poi il Comitato economico e finanziario avrà quattro settimane per la sua decisione (le risorse vengono erogate al termine dell’iter valutativo).

Soddisfazione è stata espressa dal ministro della Pa, Renato Brunetta: «Il nostro Paese si conferma tra gli Stati del gruppo di testa nell’Ue sul fronte dell’attuazione del Pnrr»; sulla stessa lunghezza d’onda, la sottosegretaria all’Economia, Alessandra Sartore: «Interveniamo per rafforzare la pubblica amministrazione, l’investimento nell’idrogeno e nell’economia circolare, l’efficientamento energetico, la cura domiciliare e la telemedicina, i centri di ricerca, la rigenerazione urbana contrastando il degrado sociale, l’abitare, la formazione scolastica e altri settori strategici - ha sottolineato -. Ora puntiamo al raggiungimento del prossimo step: 55 obiettivi entro il 31 dicembre 2022 per ottenere la terza rata».

Dal settore istruzione e ricerca è arrivata una spinta importante. Lunedì, la titolare del Mur, Maria Cristina Messa, ha annunciato di aver assegnato (in sei mesi) i primi 4,3 miliardi per far decollare l’asse ricerca-impresa (fondi che faranno nascere cinque centri nazionali per la ricerca in filiera, 11 ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale e per creare o rafforzare 49 infrastrutture di ricerca e tecnologiche di innovazione). Non è stato da meno il collega di governo, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: la scuola ha già portato a casa, con largo anticipo, tre riforme (e un pezzo della quarta) sulle sei complessive previste dal Pnrr (riforma del reclutamento e della formazione iniziale dei docenti, scuola di formazione dell’Istruzione, Its, e la parte della numerosità della riforma dell’organizzazione scolastica). Entro luglio, fanno poi sapere dal dicastero di Viale Trastevere, saranno assegnati circa 12 miliardi (5,56 miliardi edilizia, 2,6 miliardi complessivi per scuola 4.0 e prima tranche piano anti dispersione, e i 3 miliardi del bando nidi-infanzia - qui a breve usciranno le graduatorie). Avviato anche il maxi piano di formazione dei docenti italiani: 800 milioni per “aggiornare” nei prossimi cinque anni 650mila professori.

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