Personale

Zangrillo: «Per il Pnrr 35.900 assunti, con la ripresa subito i contratti»

Il ministro per la Pa: «L’una tantum in manovra segnale di attenzione al personale, contrattazione fondamentale per premiare competenze e merito»

di Gianni Trovati

«Con l’aumento una tantum dell’1,5% ho voluto dare un segnale immediato di attenzione al nostro personale, vero capitale della Pa. Ma non c'è nessuna intenzione di indebolire la contrattazione, anzi: quando, speriamo già nei prossimi mesi, la soluzione del conflitto in Ucraina porterà una ripresa dell’economia, fondi per contratti e assunzioni saranno una priorità, condivisa dal ministro dell'Economia Giorgetti»». Il ministro per la Pa Paolo Zangrillo ha dichiarato da subito di volersi muovere nel solco del suo predecessore Renato Brunetta, e contrattazione e Pnrr sono i due snodi principali per questa azione.

Ma oggi l’assenza di risorse non rischia di bloccare il rafforzamento amministrativo per il Pnrr?

A novembre abbiamo sbloccato ben tre contratti - sanità, scuola ed enti locali. Si tratta di quasi 5 miliardi di euro destinati a 2,2 milioni di dipendenti, l’85% del personale, ma puntiamo comunque a migliorare la condizione attuale. L’aspetto economico è importante ma non è l’unica novità: i contratti innovano la classificazione professionale e liberalizzano le carriere, coniugando merito e formazione che, insieme alla consapevolezza della missione pubblica, sono elementi chiave nella motivazione dei dipendenti.

L’una tantum dell’1,5% in manovra va intesa come anticipo della nuova tornata contrattuale?

La manovra ora all’esame del Parlamento prevede misure importanti a favore di famiglie e imprese per rispondere alla crisi energetica, che riguarda anche i dipendenti pubblici.

Ma non si rischia di indebolire la contrattazione?

Non c’è nessuna intenzione in questo senso. Chi conosce la mia storia professionale sa che è sempre stata improntata al confronto con le parti sociali. Attenzione però a non considerare questo strumento, per me essenziale, solo per la retribuzione. L’obiettivo è una Pa al passo con i tempi, e sono convinto debba individuare anche competenze, professionalità e merito.

Come può essere sviluppata meglio la contrattazione integrativa?

Ha un ruolo fondamentale. Non si tratta di uno strumento per distribuire fondi a pioggia, che per altro demotivano, ma deve avere nella valutazione delle performance e nel riconoscimento del merito una parte irrinunciabile. Spero che la pensino così anche le parti sociali.

Ci sono dati sui primi effetti numerici delle assunzioni Pnrr? Sono sufficienti?

Proprio per le assunzioni Pnrr nel 2022 e 2023 avremo una crescita dei dipendenti pubblici. Sono sei i concorsi svolti per il Piano, con graduatorie già pubblicate per un totale di circa 14 mila posti messi a bando, a tempo indeterminato e determinato. Un numero elevato, se si considera che, delle 175.100 nuove risorse per il 2022 e delle 174.800 per il 2023, 35.900 (17.500 sul 2022 e 18.400 sul 2023) saranno di expansion demand, mentre le altre sono destinate al turn-over. La Pa non ha bisogno solo di numeri, ma di conoscenze e competenze, che vanno valorizzate al massimo. Dobbiamo lavorare su motivazioni, passione e orgoglio di appartenenza per una Pa competitiva e attrattiva, soprattutto nei confronti dei giovani, con investimenti importanti sull’orientamento a partire dalle scuole secondarie fino alle università. La pubblica amministrazione deve entrare nel ventaglio delle scelte a disposizione delle nuove generazioni.

Qual è il ruolo dei dirigenti? E come si fa a superare il classico approccio difensivo dalle responsabilità?

I dirigenti sono manager con competenze, conoscenze e skills trasversali. Il loro compito principale è quello di far crescere il capitale umano e, con questo, l’efficienza della Pa nel rapporto con cittadini e imprese. Per farlo, il dirigente deve essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo di responsabilità con la serenità di poter assumere le decisioni e agire in tempi rapidi per promuovere la crescita e disarcionare la burocrazia difensiva a favore del bene pubblico. La mia richiesta di rivedere l’abuso di ufficio, che ho condiviso con l’Anci, ha questo scopo.

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