Amministratori

Michele De Pascale (Upi): «Coordinamento fondamentale per spendere i fondi del Pnrr»

L'intervista al Presidente della Provincia di Ravenna e dell'Unione Province italiane

di Eugenio Bruno

«Una Provincia che tenga in rete i Comuni, li coordini e li faccia lavorare insieme così da non avere, su alcune progettualità strategiche, 8mila luoghi che ragionano ciascuno con la propria testa». È l’identikit degli enti di area vasta che, secondo il presidente dell’Unione delle province italiane (Upi), Michele De Pascale, viene fuori dalla bozza di riforma del governo e che può tornare utile anche nell’attuazione del Pnrr.

Oltre a ripristinare la Giunta il Ddl in arrivo aumenta le funzioni provinciali. Con quale obiettivo?

La proposta parte da ciò che non ha funzionato rispetto agli intenti della legge Delrio. Sul piano delle funzioni si recuperano una serie di azioni di pianificazione strategica, coordinamento dello sviluppo economico, interventi su materie che sono state accentrate in capo alle Regioni. Adesso le Province e anche le Città metropolitane diventano un centinaio di luoghi in tutto il Paese dove poter organizzare gli 8mila Comuni e così anche per lo Stato diventa più facile il dialogo.

In questo processo c’entra anche il Covid?

Durante l’emergenza sanitaria i sindaci hanno restituito al Governo per lungo tempo il potere di ordinanza. Si immagina che cosa sarebbe successo se 8mila Comuni avessero fatto come le 20 regioni, con ordinanze l’una diversa dall’altra nei giorni più pesanti della pandemia? Spesso si è chiesto alle Province di tenere tavoli per omogeneizzare le misure, coordinare le informazioni ai cittadini, dialogare con le Asl che quasi sempre hanno una dimensione provinciale. La pandemia ha mostrato come un livello di coordinamento sia essenziale. Senza dimenticare i due capitoli di investimento molto importanti in capo alle Province: le infrastrutture e l’edilizia scolastica. Investimenti che negli ultimi 3-4 anni sono cresciuti in doppia cifra.

Questo discorso vale anche per l’attuazione del Pnrr?

Vale per l’edilizia scolastica perché nel Pnrr ci sono risorse importantissime e qui le Province possono avere una doppia funzione: da un lato spendere i propri soldi destinati alle scuole superiori, dall’altro aiutare i piccoli Comuni a spendere i loro. Mentre sulle strade e le infrastrutture, anche se sono rimaste fuori dal Pnrr perché l’Europa non ha accettato investimenti sulla rete stradale, sia nel Fondo complementare, sia nella finanziaria, sia nella nuova programmazione europea ci sono ingenti risorse da investire al meglio per recuperare il gap infrastrutturale presente in diverse zone del Paese.

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