Amministratori

Cresce la collaborazione tra enti del terzo settore e Pa

Sempre più diffuso il ricorso all'amministrazione condivisa prevista dal Cts

di Gabriele Sepio, Veronica Varone

Enti del terzo settore (Ets): l’amministrazione condivisa è sempre più al centro nell’affidamento dei servizi sociali grazie anche ai chiarimenti del ministero del Lavoro e dell’Anac.

Con la Riforma, il Codice (Cts) attraverso coprogrammazione, coprogettazione, e convenzioni ha inteso creare un filo diretto tra Pa ed Ets promuovendo una collaborazione tra le parti per erogare servizi sociali al cittadino.

A differenza del rapporto tra pubblica amministrazione e privati, disciplinato dal Codice dei contratti pubblici che muove da una logica di contrapposizione, quello con gli Ets si fonda su una vera e propria collaborazione per il perseguimento di un medesimo interesse.

In quest’ottica quindi gli attori, pur muovendo da prospettive diverse, possono raggiungere efficacemente i propri obiettivi cooperando nell’individuazione di bisogni (co-programmazione) o interventi da realizzare (coprogettazione).

Il Cts, infatti, garantisce la possibilità di stipulare apposite convenzioni per lo svolgimento di servizi sociali di interesse generale (articolo 56), con organizzazioni di volontariato (Odv) o associazioni di promozione sociale (Aps) a condizioni più favorevoli rispetto al mercato.

L’affidamento diretto

Così come per i servizi di trasporto in emergenza e urgenza, viene garantito alle Odv facenti parte di una rete associativa nazionale (articolo 57) di poter contare su un affidamento diretto . Istituti quelli appena descritti che hanno avuto una fase di iniziale arresto al momento dell’entrata in vigore del Codice nonostante la possibilità garantita dal Cts di applicare nei rapporti con la Pa procedure più snelle.

Una situazione questa dettata dalla scarsa conoscenza degli istituti ma che ha visto negli ultimi anni la strada dell’amministrazione condivisa in ascesa attraverso significativi riconoscimenti a livello costituzionale.

Con la sentenza della Corte costituzionale 131/2020, infatti, l’amministrazione condivisa è stata ricondotta nell’alveo del principio di sussidiarietà (articolo 118 Costituzione) mentre il decreto semplificazioni (Dl 76/2020), ne ha ribadito la specialità rispetto al Codice dei contratti pubblici.

I chiarimenti della prassi

Tuttavia, un ruolo decisivo nella valorizzazione degli istituti lo hanno giocato gli interventi di regolazione, prima del ministero del Lavoro e delle politiche sociali e poi dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Le Linee guida del ministero (Dm 72/2021) sui rapporti tra pubblica amministrazione ed Ets hanno chiarito il procedimento da seguire nelle ipotesi di programmazione e coprogettazione, declinando in regole chiare i principi generali richiamati dal Cts.

A completare l’assetto ha provveduto poi l’Anac che, nelle sue Linee guida 17/2022 pubblicate lo scorso 27 luglio in materia di affidamenti di servizi sociali, ha confermato l’autonomia degli istituti dalla disciplina dei contratti pubblici e la competenza regolatoria del ministero del Lavoro.

Il quadro legislativo del Cts è stato così irrobustito dall’assetto regolatorio, facilitandone l’utilizzo. A riprova si registra la maggiore diffusione anche per fronteggiare le esigenze connesse all’emergenza. Si pensi a quella di rimodulare i servizi sociali per effetto delle restrizioni correlate al Covid-19, o ancora all’urgenza di garantire l’accoglienza diffusa dei profughi ucraini.

Le prospettive

Solo la pratica potrà dimostrare se l’amministrazione condivisa sia o meno alternativa ai contratti pubblici in termini di numero di esperienze avviate in tal senso e di diffusione sul territorio nazionale.

Ad oggi, come risulta dall’analisi di impatto delle Linee guida Anac, circa la metà degli affidamenti di servizi sociali per numero (e oltre un quarto degli affidamenti per valore dell’importo di aggiudicazione) sono assegnati con la partecipazione di un solo concorrente. È su questi numeri che occorre lavorare per passare dall’evidenza pubblica all’amministrazione condivisa.

Diversi gli strumenti messi a disposizione dalla riforma del terzo settore per testare il rapporto tra Ets e Pa, tra cui il social bonus (vedi articolo nella pagina) che avrà come obiettivo principale quello di valorizzare il patrimonio pubblico.

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