Urbanistica

Immobiliare, la Consulta salva il blocco sfratti per morosità fino a dicembre

Infondate le critiche alla norma anche perché la moratoria è stata ridotta

di Saverio Fossati

La Consulta salva il blocco degli sfratti disposto per l'emergenza Covid. Nel comunicato diramato ieri che anticipa la sentenza si dice che le critiche alla norma non sono fondate anche perché il perimetro della moratoria è stato via via ridotto. Reazioni diversificate dal mondo della proprietà immobiliare. La questione di legittimità dell'articolo 13, comma 13, del Dl 183/2020 e dell'articolo 40-quater del Dl 41/2021 era stata sollevata dai Tribunali di Trieste e di Savona. Le norme hanno prorogato, per alcuni provvedimenti di rilascio di immobili, la sospensione disposta a causa dell'emergenza epidemiologica. In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto non fondate le censure.

La pronuncia arriva dopo una bocciatura, della stessa Consulta, il 22 giugno scorso (sentenza 128/2021), sempre dell'articolo 13, ma del comma 14, del Dl 183/2020, che prevede che «all'articolo 54-ter, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, le parole "fino al 31 dicembre 2020" sono sostituite dalle seguenti: "fino al 30 giugno 2021"». In pratica la prima bocciatura riguardava le procedure esecutive per il pignoramento immobiliare dell'abitazione principale del debitore, sospese con una serie di proroghe.Restava il nodo più intricato, quello degli sfratti (anche per locazioni non abitative) per morosità, di cui, appunto, al comma 13 della norma (sospensione sino al 31 luglio 2021).

La Consulta doveva pronunciarsi anche sulla proroga al 31 dicembre 2021 prevista dal Dl 41/2021 (articolo 40 quater). Ma proprio su questo aspetto la Corte costituzionale ha deluso le aspettative dei proprietari, osservando che il legislatore ha progressivamente ridotto, con l'attenuarsi della pandemia, l'ambito di applicazione della sospensione, destinata comunque a cessare il 31 dicembre 2021. Certo resta il problema che la coda delle esecuzioni accumulatesi nel frattempo si esaurirà molto lentamente.

Per Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, si tratta di «requisizione di fatto, niente reddito, niente risarcimenti, in moltissimi casi a danno di famiglie di proprietari a reddito medio-basso. Bene, ai proprietari in attesa di riavere il frutto del loro lavoro e del loro risparmio riferiremo che "comunque" il 31 dicembre la requisizione di Stato avrà termine (e chissà se sarà vero)». Meno severa la reazione di Alberto Zanni, presidente di Confabitare: «Pur non potendo condividere il blocco degli sfratti, abbiamo proposto ai governi Conte e Draghi un'ipotesi di ripartenza graduata e scaglionata delle esecuzioni degli sfratti».

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