Amministratori

Concorrenza, servono decreti per gas, porti spiagge e servizi locali

di Carmine Fotina

Siamo solo a metà strada e nuove curve arriveranno più avanti. Il disegno di legge per la concorrenza è stato approvato ieri in prima lettura dal Senato con 180 favorevoli, 26 contrari e un astenuto: sono stati esaminati 21 articoli e ne sono stati aggiunti tre rispetto al testo base del governo mentre 13 articoli sono stati lasciati alla Camera come da accordo tra governo e maggioranza. Ci sarà poi una terza lettura al Senato, che l’intesa politica prevede solo formale, per arrivare all’approvazione definitiva entro metà luglio (primo auspicio del governo) o più probabilmente entro la pausa di inizio agosto.

Sarà un percorso complesso, considerato che a Montecitorio saranno discussi due temi politicamente divisivi come la riforma di taxi e noleggio con conducente - che, come sui balneari, già vede uniti per lo stralcio Lega e Leu - e il trasporto pubblico locale, oltre agli articoli su reti in fibra ottica, Rc auto, poste, semplificazioni e controlli per le attività di impresa, revisione della comunicazione unica per la nascita delle aziende (con riduzione da 7 a 4 giorni del termine entro cui le amministrazioni competenti comunicano i dati definitivi relativi alle posizioni registrate).

Anche ieri le concessioni balneari hanno dominato il dibattito in Aula. All’articolo preesistente del Ddl, che dispone una delega al governo per la costituzione di un sistema di mappatura di tutte le concessioni (e non solo delle spiagge), sono stati aggiunti in commissione Industria gli articoli 2 e 3 che fissano i tempi di chiusura delle gare - prorogabili fino a tutto il 2024 - e rinviano a un decreto delegato il tema degli indennizzi e delle premialità per i concessionari uscenti. I decreti attuativi del resto, e non solo per i balneari, diventano determinanti, come sottolineato ieri in Aula dal viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto. Il governo punta ad approvarli entro il 2022 per mantenere l’impegno con la Commissione Ue sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e, per quanto riguarda i temi che non saranno trattati alla Camera, i ministeri sono di fatto già al lavoro per scriverli.

Sarà un decreto delegato a dare l’esatta dimensione anche della riforma dei servizi pubblici locali, i cui criteri sono comunque usciti ridimensionati dall’esame della commissione con lo stralcio dell’obbligo di motivazione anticipata all’Antitrust per la scelta dell’in-house. Non rappresentano delle deleghe al governo gli interventi sulle concessioni portuali e quello sullo sblocco delle gare per la distribuzione del gas (intervenendo sul sistema di rimborso dei gestori uscenti) ma in entrambi i casi l’esame della commissione Industria ha comunque aggiunto un decreto attuativo. Per i porti servirà un provvedimento del ministero delle Infrastrutture, da adottare entro tre mesi, che fissi i criteri per l’assegnazione delle concessioni; per il gas interverrà un decreto del ministero della Transizione ecologica, sentita l’autorità Arera, da completare entro 6 mesi, per aggiornare i vecchi criteri di gara del 2011, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica.

Un passaggio attuativo, anche se nella forma di linee guida della presidenza del Consiglio e non di un decreto, è stato poi aggiunto sul tema dei controlli Antitrust in merito all’abuso di dipendenza economica delle piattaforme digitali.

Tre articoli sono invece stati aggiunti ex novo in commissione: sull’obbligo di aggiornamento periodico dell’Anagrafe degli impianti di distribuzione dei carburanti; sulla possibilità di riconoscimento da parte delle regioni, su richiesta delle università, della validità di diplomi di master universitari di secondo livello per accedere ad incarichi manageriali in enti e aziende del Servizio Sanitario nazionale ed infine sulla clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano.

Il dibattito di ieri ha reso una fotografia perfetta delle posizioni che hanno consentito di cucire i compromessi in commissione Industria. I relatori del provvedimento hanno apertamente difeso il lavoro fatto. Stefano Collina del Pd ha respinto la lettura di un provvedimento che esce ridimensionato rispetto al testo base, sostenendo ad esempio l’opportunità dell’in-house in determinate realtà comunali. Paolo Ripamonti della Lega ha riaperto polemicamente la pagina dell’ultimatum lanciato da Draghi con l’ipotesi della fiducia: «Trovo fuori luogo l’accelerazione che ci è stata chiesta».

E pensare che a breve in Parlamento dovrà arrivare già il nuovo disegno di legge concorrenza per il 2022. Il provvedimento dovrebbe occuparsi prevalentemente del mercato elettrico e della gestione delle risorse idriche ma, a differenza di quanto indicato nel Pnrr, non sarà presentato alle Camere entro giugno ma solo dopo l’estate.

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