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Colpo di Toto negli Stati Uniti: commessa da 7 miliardi nell'eolico per 20 anni

Lo realizzerà Us Wind, la controllata americana di Renexia, sub-holding del Gruppo Toto di Chieti, che si occupa di energie rinnovabili

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di Michele Romano

Si chiama Momentum Wind ed è il progetto di energia rinnovabile più ambizioso da sempre per il Maryland: lo realizzerà Us Wind, la controllata americana di Renexia, sub-holding del Gruppo Toto, HQ a Chieti, che si occupa di energie rinnovabili: nel 2025 entreranno in funzione le prime 22 turbine per una capacità nominale complessiva di 270 MW, che diventeranno oltre mille grazie all’aggiudicazione (annunciata ieri, ndr.) di una seconda gara per la costruzione e gestione di altre 55 turbine, per oltre 808,5 MW di energia solare offshore, che nasceranno nell’area dell’Oceano Atlantico. Qui Renexia può vantare una pipeline, già con tariffa assegnata, di oltre 1,1 GW, con l’obiettivo di poterli incrementare con ulteriori 500 MW in occasione della prossima asta, abbastanza per fornire energia ad oltre 300 mila abitazioni. Il valore ventennale tariffario dei due mega impianti, che beneficiano di una tariffa incentivante garantita dallo Stato del Maryland, sfiora gli 8 miliardi di dollari (oltre 7 miliardi di euro), per un capex complessivo di circa 3,7 miliardi UsD e confermano la volontà dell’amministrazione americana di procedere in maniera decisa nella lotta al riscaldamento globale e ai gas serra. Il presidente e direttore generale di Renexia, Riccardo Toto, parla di «un risultato straordinario che premia le capacità tecniche e la credibilità che il gruppo è riuscito a guadagnare sul mercato statunitense», dove nell’eolico offshore finora sono stati tariffati e avviati alla definitiva approvazione complessivamente 11 mila MW: significa che US Wind – con i suoi progetti nel solo Maryland – controlla il 10% del mercato americano attuale. «Momentum Wind sarà un volano per l’economia dello Stato – sottolinea Jeff Grybowski, CEO di Us Wind -, che si candida a diventare l’epicentro della manifattura per l'eolico offshore negli Stati Uniti». Una sfida che convince a pieno anche i fondi di Apollo Global Management (che da New York gestisce circa 400 miliardi di dollari in asset a livello globale, ndr.) per i quali la transizione energetica globale è una priorità strategica, tanto da effettuare il primo investimento in assoluto nell’eolico offshore proprio in Us Wind.

Il Maryland resta al momento lo Stato chiave nei progetti della società: qui, 8 anni fa, è stata acquisita un’area di Oceano Atlantico di circa 80 mila acri in acque federali. E a Baltimora, Us Wind ha in programma di realizzare un impianto per la lavorazione dell’acciaio, a servizio della propria pipeline e di altri progetti eolici nella East Coast.

L’esperienza americana ha forza e know-how per portare benefici anche in Italia, «sperando che il nostro Paese possa rapidamente assumere un ruolo di leadership nel panorama eolico offshore mondiale». Quello che Toto definisce «il primo tassello» di questa strategia è rappresentato da Beleolico, la prima wind farm d’Italia e del Mediterraneo, che Renexia completerà entro il prossimo mese di gennaio nelle acque antistanti Taranto: il progetto, presentato nel 2008, ha avuto un iter complesso e sono stati autorizzati al momento 30 MW, che a febbraio saranno allacciati alla rete e capaci di garantire una produzione annuale di 80 GWh.

Renexia ha in pancia la preparazione di un grande parco eolico off nel Canale di Sicilia con tecnologia floating, per un investimento complessivo di circa 9 miliardi di euro, a cui si aggiungono 150 milioni annui per 25 anni, che rappresenta la linea temporale di esercizio dell'impianto e che si renderanno necessari per coprire i costi di gestione e di manutenzione. Il parco si chiamerà Medwind e sarà realizzato in tre sezioni da circa 1 GW tra il 2024 e il 2030, con un tempo di costruzione di 2 anni per ogni sezione. Una volta a regime, consentirà di generare energia verde pari al fabbisogno di 3,4 milioni di famiglie. «Rappresenterà un contributo concreto alla transizione energetica», spiega Riccardo Toto.

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