Appalti

Accordi quadro ok per appalti standard, controproducenti in assenza di progetti

L'Anac aggiorna le Faq sull'istituto molto usato (spesso a sproposito) dalle stazioni appaltanti

di Mauro Salerno

Gli accordi quadro vanno benissimo per assegnare prestazioni ripetitive, standardizzate e ben progettate. Molto meno quando le stazioni appaltanti hanno bisogno di soluzioni ad hoc. Sembra un'indicazione banale, eppure l'Autorità Anticorruzione ha sentito il bisogno di ribadire il concetto, aggiornando sul proprio sito le Faq («Frequently asked questions») dedicate all'accordo quadro, istituto inaugurato con il codice del 2016 e diventato presto molto di moda tra le amministrazioni. Segno che ancora oggi l'accordo quadro viene speso utilizzato a sproposito, oltre i limiti per i quali era stato pensato, come peraltro viene spesso denunciato da imprese e progettisti.

Un pensiero condiviso dall'Autorità che nel presentare l'aggiornamento chiarisce che l'obiettivo dell'operazione è quello di «fornire indicazioni al mercato per il corretto utilizzo di uno strumento spesso adottato dalle stazioni appaltanti in maniera distorta».

Le nuove Faq tengono conto dell'innovazione apportata dall'attuale codice dei contratti che consente l'applicabilità dell'accordo quadro a settori non contemplati dalla norme precedenti che limitavano questo istituto esclusivamente ai lavori di manutenzione, escludendo esplicitamente i servizi di progettazione e gli altri servizi di natura intellettuale: ora invece gli accordi quadro possono essere applicati a tutti i tipi di appalti. «Proprio l'estensione del suo ambito di applicazione ha reso necessario chiarire che l'accordo quadro è uno strumento contrattuale e non una procedura di affidamento. Inoltre, - spiega l'Autorità - anche se gli accordi quadro non sono più limitati ai soli lavori di manutenzione, non significa siano lo strumento contrattuale più adeguato per tutti i tipi di appalto. Per questo motivo, l'Amministrazione dovrebbe valutare l'opportunità di utilizzare l'accordo quadro tenendo conto dei vantaggi e degli svantaggi da esso derivanti in relazione alle condizioni del mercato in questione».

Non mancano gli esempi. «L'impiego degli accordi quadro - sottolinea l'Anac - è più idoneo per gli appalti che rispondono ad esigenze consolidate, ripetute nel tempo, il cui numero, così come l'esatto momento del loro verificarsi, non sia noto in anticipo. Da diverse pronunce dell'Anac invece è emersa l'applicazione distorta dell'accordo quadro utilizzato anche per attività non standardizzabili e prive di qualunque progettualità: al fine di garantire il rispetto dei principi di concorrenza è stata chiarita nelle Faq la necessità che le prestazioni oggetto dell'accordo siano identificate con compiutezza». Le Faq infine danno risposta a dubbi di natura procedurale, specie riguardo agli accordi stipulati con più operatori economici, dando indicazioni sul corretto svolgimento del confronto concorrenziale e sulla possibilità di apportare varianti in corso di esecuzione.

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