Appalti

Codice appalti, dalle Camere raffica di osservazioni e richiesta di più tempo per l'entrata in vigore

Montecitorio licenzia il parere con 88 rilievi, dal Senato 97. Revisione prezzi più facile e riforma dell'illecito professionale tra i punti chiave

Come il Senato, con una proposta di parere anticipata nelle linee essenziali in questo articolo, anche la Camera chiede al Governo di prevedere un congruo periodo transitorio per l'entrata in vigore del codice degli appalti. È questa una delle richieste chiave contenuta nel parere della commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera licenziato ieri, così come avvenuto per il parere dell'analoga commissione di Palazzo Madama. Con un passaggio praticamente identico entrambe le commissioni chiedono al Governo di concedere a Pa e imprese «un tempo ragionevole per prendere conoscenza e adeguarsi alla nuova normativa». La riforma, inserita nel cronoprogramma del Pnrr, deve essere approvata entro il 31 marzo. Ma nulla toglie che l'entrata in vigore possa essere rimandata di qualche mese, in accordo con l'Unione europea, come peraltro anticipato più volte dallo stesso ministro Salvini. Una proposta sottolineata dalla relatrice del provvedimento Erica Mazzetti (Fi), che ritiene lo slittamento necessario «per permettere a stazioni appaltanti e operatori economici di assimilare il nuovo codice evitando lo shock normativo».

In tutto le osservazioni formulate dalla Camera sono 87, dal Senato ne sono arrivate addirittura 97. E spaziano dall'in house, all'immancabile suddivisione in lotti, fino all'introduzione di deroghe per il rispetto del principio di rotazione.

Se verranno accolte dal governo, saranno di sicuro impatto per le imprese le richieste di semplificare la procedura per la revisione prezzi riducendo la soglia del 5% per fare scattare il meccanismo e innalzando oltre l'80% la quota di ristoro per le aziende. Per progettisti e società di ingegneria arriva l'invito a inserire nel codice la necessità di rispettare i parametri ministeriali per la quantificazione degli onorari per i servizi di ingegneria e architettura.

Altro tema chiave è quello dell'illecito professionale, su cui da tempo le imprese chiedono un intervento chiarificatore che anche la bozza di riforma del codice non prevede fino in fondo. Nel parere si chiede di «rendere le regole di partecipazione chiare e certe, evitando di dare rilevanza anche a fattispecie non previamente identificate e non circostanziate sul piano fattuale» e « in ogni caso prevedendo che il mezzo di prova sia costituito da un provvedimento quantomeno di primo grado». Serve «una revisione completa dell'illecito professionale, una modifica ispirata al principio del garantismo per la quale ci siamo battuti fortemente», dice Mazzetti.

Tra le richieste anche quella di reintrodurre la riduzione delle garanzie legata alle certificazioni di qualità delle imprese, l'invito a prevedere che gli accordi quadro vengano affidati su progetto esecutivo, la reintroduzione del tetto massimo per il punteggio economico, la previsione di un chiaro periodo transitorio per i progetti in corso.

Tra le condizioni anche quella di salvaguardare la norma transitoria del codice vigente che prevede per le cosiddette Infrastrutture Strategiche, tra le quali rientra anche la Torino-Lione, l'approvazione secondo la disciplina semplificata previgente dei progetti per i quali la procedura di Via è già iniziata al momento dell'entrata in vigore della riforma.

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