Imprese

Pa, taglio ai controlli burocratici e a un catalogo di 600 procedure

Ddl concorrenza. Negli articoli 23-24 voluti da Brunetta una delega per sfoltire adempimenti a carico delle imprese

di Giorgio Santilli

La legge sulla concorrenza rilancia la grande battaglia della semplificazione delle procedure autorizzative e dei controlli burocratici sulle attività economiche in tutti i settori. Lo fa in piena coerenza con gli obiettivi posti dal Pnrr che, dal 2024 in avanti, promette un progressivo sfoltimento di adempimenti. È la ripresa del cammino della «delega Madia» che nel 2016 aveva previsto una ricognizione di tutte le procedure e attività ed era poi intervenuta su duecento, prevalentemente nei settori commerciali ed edilizio. Ora è il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, a rilanciare il tema con la stessa tenacia con cui ha già ottenuto importanti risultati con il decreto semplificazioni: per esempio lo sblocco delle procedure del Superbonus che ha consentito l'impennata dei lavori da maggio. La nuova sfida sta negli articoli 23 e 24 del Ddl concorrenza, che prevedono una doppia delega al governo per eliminare molta carta inutile dai tavoli delle imprese e dei professionisti e concentrare l'attività della Pa su processi autorizzativi davvero utili e su controlli sostanziali piuttosto che su quelli formali, cartacei e burocratici.

Il risultato atteso del percorso avviato da queste norme è anzitutto un «catalogo» di 600 procedure che vanno prima individuate, poi cancellate se inutili o fuori tempo, corrette per fluidificarle ove possibile, standardizzate a livello nazionale per superare i tanti spezzatini regionali, infine preparate per essere digitalizzate. L'enorme catalogo di partenza alla fine dovrà essere sfoltito, in modo da visualizzare fisicamente il lavoro di alleggerimento burocratico. Sull'altro fronte - quello dei controlli - è già scoppiata la polemica politica. Brunetta è stato attaccato dall'ex ministro pentastellato Danilo Toninelli, che lo ha accusato di voler eliminare i controlli sulle imprese e ha promesso battaglia in Parlamento. L'obiettivo dell'articolo 24 e il principio ispiratore della delega non è, però, eliminare i controlli in nome di una liberalizzazione spinta e a tutto campo. Piuttosto, semplificando si dovrà «rendere più efficaci ed efficienti e coordinare i controlli sulle attività economiche». Eliminare, quindi, gli «adempimenti non necessari alla tutela degli interessi pubblici» e delle «corrispondenti attività di controllo».

Semplificare in base a un «principio di proporzionalità rispetto alle esigenze di tutela degli interessi pubblici»: che, in altri termini, vuol dire che un controllo ha senso se produce risultati reali e non solo passaggi burocratici. Eliminare, infine, «duplicazioni e sovrapposizione dei controlli».Un tema fondamentale è quello delle «informazioni in possesso delle amministrazioni competenti» perché uno dei temi più opprimenti per le imprese è la continua richiesta di documenti e informazioni anche quando la Pa ne è già in possesso. Se ne parla molto in campo fiscale, dove molto è stato fatto con la dichiarazione precompilata e la fatturazione elettronica, almeno in termini di disponibilità di dati, ma l'impedimento a usarli arriva dalla legislazione sulla Privacy. Se ne parla molto anche nel settore degli appalti, dove più volte il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, ha chiesto di rendere interoperabili le banche dati in modo da richiedere alle imprese una sola volta i documenti per l'accesso alle gare. Nel Pnrr e nei provvedimenti collegati ci sono le prime disposizioni in questo senso, ma si parte dall'anno zero anche per le resistenze di molte amministrazioni pubbliche.

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