Appalti

Subappalto, Anie: tetto limitato alla categoria prevalente (anche per servizi e forniture)

In audizione al Senato anche l'Antitrust e Igi che propongono di lasciare alla Pa il compito di indicare la quota di subaffidamenti

di Mauro Salerno

In attesa delle semplificazioni annunciate dal Governo sul fronte delle gare, torna d'attualità il tema dei subappalti delle opere pubbliche. L'occasione è offerta dalla discussione del disegno di legge europea (As 2169) di cui si sta occupando la commissione Politiche Ue del Senato. Il focus è sull'articolo 8 del Ddl, dove si concentrando una serie di modifiche al codice appalti che ruotano attorno ad alcune delle obiezioni sollevate dalla Commissione europea senza però risolvere il tema principale: il tetto percentuale fisso (40% fino al 30 giugno) ai subaffidamenti. Tra le modifiche già acquisite vanno sicuramente citate l'abrogazione dell'obbligo di indicazione di una terna di subappaltatori in sede di offerta, nonché l'addio alla possibilità per cui il subappaltatore può essere causa di esclusione per il titolare dell'appalto. Due correzioni invocate da tempo dalle imprese.

Nel corso delle audizioni avviate dalla commissione sono arrivate però diverse richieste di risolvere il tema subappalti una volta per tutte. Con proposte arrivate da imprese e istituzioni.

Anie: tetto limitato alla categoria prevalente
Ieri, tra gli altri, è stata la volta delle imprese specialistiche rappresentate dall'Anie. La soluzione? La proposta della federazione è di riformulare la disciplina prevedendo, per appalti di lavori, servizi e forniture, un limite percentuale per la categoria prevalente. Per Anie il riferimento alla categoria prevalente è valido in tutti e tre gli ambiti, alla luce del fatto che è possibile strutturare appalti di forniture e servizi individuando prestazioni prevalenti e prestazioni secondarie. «Sarebbe infatti fortemente limitativo, oltre che in contrasto con i principi euro-unitari , calcolare la quota limite subappaltabile sull'importo complessivo, soprattutto con riguardo ad appalti di forniture o servizi tecnologici - ha sottolineato Maria Antonietta Portaluri, direttore generale dell'associazione - L'apposizione di un limite, se riferito alla sola categoria prevalente, è da considerare ammissibile proprio in ragione della preponderanza della prestazione in relazione all'appalto affidato, circostanza al ricorrere delle quale anche le direttive europee consentono di limitare il ricorso al subappalto», ha aggiunto.

La federazione ha suggerito altre modifiche, tra cui, in particolare, la proposta di integrare la definizione di subappalto, con riguardo agli appalti di forniture, al fine di individuare in modo chiaro quali subcontratti vadano a integrare un subappalto e quali invece integrino semplici subforniture.

Antitrust: indicare in gara quota e nomi dei subaffidatari
Anche l'Antitrust chiede di intervenire sull'articolo 8 della legge europea per superare i rilievi di Bruxelles. Il presidente Roberto Rustichelli, ascoltato dalla commissione Politiche Ue, propone di «prevedere l'obbligo in capo agli offerenti, che intendano ricorrere al subappalto, di indicare in sede di gara la tipologia e la quota parte di lavori da subappaltare, oltre all'identità dei subappaltatori». E suggerisce, infine, di «consentire in via eccezionale alle stazioni appaltanti di introdurre, tenuto conto dello specifico contesto di gara, eventuali limiti all'utilizzo del subappalto che siano proporzionati rispetto agli obiettivi di interesse generale da perseguire e adeguatamente motivati in considerazione della struttura del mercato interessato, della natura delle prestazioni o dell'identità dei subappaltatori».

Igi: quote di subappalto indicate dalla Pa
«Sia la stazione appaltante a indicare nel bando quali sono le opere, le prestazioni, che l'appaltatore deve eseguire direttamente con la propria impresa, perchè conosce il progetto e ha la cognizione di quello che è importante sia eseguito direttamente dall'appaltatore prescelto, dopo una procedura abbastanza complicata, quale è quella delle gare». È la proposta per sciogliere il nodo quota-subappalti avanzata dal segretario generale dell'Igi, Federico Titomanlio, nel corso dell'audizione sulla Legge europea 2019-2020 convocata dalla commissione Politiche Ue del Senato. «Per la parte restante - spiega Titomanlio - l'appaltatore è libero di subappaltare, a una condizione: che il direttore dei lavori, quando sarà il momento di subappaltare queste prestazioni, accerti che i subappaltatori abbiano quei requisiti di idoneità che in fondo si accertano in sede di gara a carico di tutti i concorrenti».

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