Imprese

Appalto Telesina, battaglia legale senza fine per la maxi gara Anas

Dopo la rimodulazione della graduatoria a colpi di sentenze ora è Webuild a insidiare l'aggiudicazione a De Sanctis per conquistare l'appalto integrato da 400 milioni

di Massimo Frontera

De Sanctis Costruzioni conserva, per ora, l'aggiudicazione (da confermare da parte della committenza con la verifica dei requisiti, si veda oltre) della maxi gara Anas da circa 400 milioni di euro per l'ampliamento a quattro corsie di 60 chilometri della strada Telesina, nel beneventano. Dopo la battaglia legale promossa dal Consorzio Medil, ora è Webuild ad aver promosso un ricorso al giudice amministrativo. Ricorso che il Tar Lazio - con la sentenza pubblicata il 17 gennaio - ha giudicato inammissibile. La sentenza del Tar, pertanto, non sposta nulla, ma segna l'avvio di un nuovo capitolo della tormentatissima vicenda legale per contendersi l'appalto.

La vicenda
A seguito della sentenza definitiva del Consiglio di Stato n.4472 del 1 giugno 2022 che ha estromesso due concorrenti - Ghella e Consorzio Medil (rispettivamente al secondo e terzo posto) - l'impresa D'Agostino Angelo Antonio è salita dal quarto posto al secondo posto. E Webuild, che era quinto in graduatoria, si è ritrovato terzo. Al momento - anche se gli strascichi giudiziari non sono completamente conclusi - l'aggiudicatario resta De Sanctis; solo che per Webuild diventa più concreta la possibilità di guadagnare l'appalto sul piano legale. Mentre il primo contenzioso si è concentrato sulle clausole di esclusione, Webuild ha puntato ora sulla clausola di invarianza. L'obiettivo è analizzare la documentazione tecnica dei concorrenti per vedere se ci sono difformità con le richieste della stazione appaltante. La discrepanza tra le prescrizioni dell'Anas e le proposte tecniche del Consorzio Medil - emersa nel corso della battaglia legale promossa dalla stessa Medil - ha determinato infatti l'esclusione dello stesso Consorzio. Webuild ha chiesto pertanto all'Anas l'accesso alla documentazione tecnica. La nota con cui l'Anas ha negato l'accesso a Webuild è stata impugnata al Tar che, come si diceva, con la pronuncia n.824/2022, ha giudicato il ricorso inammissibile.

I motivi del Tar
I giudici premettono che Webuild non ha impugnato né l'aggiudicazione a De Sanctis del 2020, né la nota dell'Anas con cui si afferma l'assenza di cause di esclusione nel medesimo raggruppamento di De Sanctis. C'è da dire che l'Anas, nella nota con cui ha respinto la richiesta di Webuild all'accesso alla documentazione di gara, ha specificato che era in corso la verifica del possesso dei requisiti. Pertanto, spiegano i giudici del Tar, «qualora tale verifica dovesse concludersi con esito positivo, si consoliderebbe anche sul piano degli effetti l'aggiudicazione disposta in favore del RTI De Sanctis; con la conseguenza che, in tale ipotesi, la ricorrente, che non ha impugnato l'aggiudicazione, vedrebbe definitivamente preclusa la possibilità di aggiudicarsi la commessa.Qualora, invece, la verifica dovesse concludersi con esito negativo, è verosimile ritenere che la stazione appaltante dovrebbe provvedere a revocare la disposta aggiudicazione ed adottare un nuovo provvedimento di aggiudicazione: in questo caso tale provvedimento potrebbe essere impugnato dalla società ricorrente».

Pertanto, concludono i giudici del Tar, «difetta, dunque, l'interesse ad impugnare l'aggiudicazione e, di riflesso, l'interesse ad ottenere copia delle offerte tecniche». Non solo. Secondo i giudici, «l'istanza di accesso - che, di converso, dissimula una domanda di riesame in autotutela delle offerte tecniche delle prime due classificate - non può dirsi affatto sorretta da un interesse concreto e attuale, quanto, piuttosto, da un interesse eventuale (che, del resto, emerge dal tenore della domanda ostensiva, volta a sondare la "possibilità che anche De Sanctis e D'Agostino abbiano violato la clausola di invarianza"): un interesse che potrebbe acquisire i connotati della concretezza e attualità - oltre che nell'ipotesi, sopra delineata, di revoca dell'aggiudicazione e di nuova aggiudicazione - solo se scaturisse da una discrezionale rivalutazione da parte della stazione appaltante». Di fatto, la richiesta di Webuild, non è tanto una istanza di accesso gli atti, quanto «una domanda di riesame in autotuela dell'esito delle operazioni di gara, più specificamente delle offerte tecniche (contenenti le "soluzioni progettuali" di cui si chiede l'ostensione) delle due concorrenti che, allo stato, precedono la ricorrente».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©