Amministratori

Province, al via il derby sull’elezione diretta

Avvio delle audizioni in commissione Affari costituzionali al Senato sulla riforma

di Gianni Trovati

L’avvio delle audizioni in commissione Affari costituzionali al Senato sulla riforma delle Province ufficializza il derby fra gli amministratori locali (Upi e Anci). Con l’Unione delle Province favorevole al ritorno dell’elezione diretta negli enti di area vasta, come previsto dai vari disegni di legge ora abbinati sotto la regia del governo favorevole al progetto, e l’Associazione nazionale dei Comuni che chiede di evitarlo nelle Città metropolitane. Arrivando a stimare in un miliardo di euro, peraltro non finanziato, il costo del voto popolare.

Oggi Province e Città metropolitane sono appaiate, in modo realtà piuttosto irrazionale, da una normativa che finisce per trattare allo stesso modo enti diversi. Entrambe sono guidate in modo solidario da un vertice politico, il sindaco metropolitano o il presidente della Provincia, scelto con elezioni di secondo livello in cui a votare sono gli amministratori locali del territorio. La riforma, che va in direzione contraria rispetto alla legge Delrio approvata nel 2014 come premessa a una cancellazione costituzionale delle Province poi bocciata con il referendum del 2016, vuole riportare il voto popolare. Trovando favorevolissime le Province, e contrarie le Città metropolitane, mentre più unitario è l’accordo sull’idea che serva un organo esecutivo collegiale. Mentre per ora rimane più sfumato il punto decisivo, quello del portafoglio di funzioni che dovrebbe completare la costruzione delle Città, oggi incompiute, e il ritorno in salute delle Province.

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